Lady Vendetta
Chin-jeol-han Geum-ja-ssi
Regia
Park Chan-wook
Sceneggiatura
Chung Seo-kyung,
Park Chan-wook
Fotografia
Chung Chung-hoon
Montaggio
Kim Sang-bum,
Kim Jae-bum
Musica
Cho Young-wuk
Interpreti
Lee Young-ae, Choi Min-sik, Kwon Yea-young, Kim Si-hu, Nam Il-woo
Anno
2005
Durata
112'
Nazione
Corea
Genere
drammatico
Distribuzione
Lucky Red
Sympathy for Lady Vengeance va a concludere la cosiddetta “trilogia della vendetta” di Park Chan-wook, cominciata nel 2002 con Sympathy for Mr Vengeance e proseguita nel 2003 con Old Boy.
La bella Geum-ja è stata arrestata per aver rapito e ucciso un bambino di 6 anni. Dipinta dai media come un mostro dalla faccia d’angelo, rimane in carcere per 13 anni durante i quali è una prigioniera modello. Dopo aver scontato la sua pena Geum-ja la dolce, così l’hanno soprannominata, riesce finalmente a tornare libera. Ora ha solo uno scopo nella vita: portare a compimento la sua vendetta contro il vero colpevole del delitto per cui è stata arrestata. Riuscirà a portare a termine la sua missione?
Dopo due personaggi maschili assetati di vendetta dei precedenti capitoli, Park Chan-wook preferisce questa volta focalizzare la sua attenzione su una donna, una splendida eroina a metà tra il bene e il male, molto più ambigua dei due personaggi maschili delle precedenti puntate. Geum-ja è allo stesso tempo angelo e demone. Angelo nell’aspetto e nel modo di fare (in prigione si è accattivata, proprio in virtù della sua angelica “dolcezza” la simpatia di tutte le altre carcerate che una volta fuori si faranno in quattro per aiutarla nella sua missione). Demone nelle intenzioni e nei fatti. Ha meditato a lungo la sua vendetta, ogni giorno della sua prigionia.
Fin qui, a parte la convivenza di questi due aspetti contrapposti della nuova eroina di Park Chan Wook, non ci sono poi tante differenze rispetto ai due film precedenti della trilogia.
In realtà si tratta di un film estremamente femminile. La vendetta di Geum-ja è quasi una redenzione, un mezzo per salvare la propria anima. Park Chan Wook abbandona la rabbia, l’odio e la violenza e opta per una maggiore “dolcezza”. Con uno stile più misurato e asciutto ci porta all’interno dell’anima di Geum-ja, una donna innocente che è prima di tutto mamma. La sua violenza, seppur cruda ed intensa, è comunque più delicata, più elegante, più romantica. Dà sfogo ai suoi istinti più profondi ma è molto meno animalesca e più meditata di quella dei protagonisti di Old Boy e Sympathy for Mr Vengeance.
Da vedere ma con occhi puri, non viziati dall’idea dei due film precedenti, in particolare Old Boy, con la consapevolezza che ci si trova di fronte ad un film completamente diverso.
[marco catola]