In Italia
ha venduto circa cinque milioni di copie. Quaranta, nel resto
del pianeta. Il prossimo 19 maggio approderà nelle sale
cinematografiche, in contemporanea mondiale. Una produzione
titanica, per la quale Sony ha investito 125 milioni di dollari.
I numeri de Il Codice Da Vinci
parlano chiaro: il libro è uno dei più straordinari
eventi letterari degli ultimi decenni e si avvia a rafforzare
il suo successo anche sul grande schermo.
Parlare dell’opera di Dan Brown è compito arduo.
Sono stati versati fiumi d’inchiostro e molti altri se
ne verseranno. Difficile renderne conto all’interno di
uno spazio necessariamente limitato. Per qualche riga proveremo
a far finta che niente sia già stato scritto sull’argomento.
Per qualche riga. Poi si tenterà di offrire un quadro
del fenomeno editoriale legato al Codice. Infine, verranno analizzati
i transiti fra il medium letterario e gli altri media coinvolti
in questa imponente operazione commerciale e culturale.
Tutto inizia a Parigi, nel museo del Louvre. È notte.
Il curatore, Jacques Sauniere viene ferito a morte. Riesce a
scrivere qualcosa: numeri, parole, un nome. Robert Langdon,
il noto esperto di simbologia, e Sophie Neveu, agente del dipartimento
di Crittologia della polizia giudiziaria, nipote di Sauniere,
si trovano coinvolti, loro malgrado, in una lunga e complessa
avventura fra linguaggi cifrati, codici segreti e insospettabili
enigmi, alcuni dei quali, i più sorprendenti, contenuti
nei quadri di Leonardo Da Vinci. Tutto ruota attorno al tema
del Santo Graal. Che non è un calice, ma qualcosa che
potrebbe rivelarsi molto più sconvolgente e pericoloso
per una tradizione millenaria.
“Per sapere cosa dice un libro ne dovete leggere altri?”
chiede Adso ne Il nome della rosa.
“Talora si può fare così”
risponde Guglielmo “spesso i libri parlano di altri
libri”.
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La lezione di Umberto Eco è fondamentale per il prosieguo
di questa breve analisi. Il Codice Da Vinci
si basa su una serie di opere precedenti ma, allo stesso tempo,
dà il via ad una sequela di testi che germinano proprio
da esso. E, per testo, qui è necessario usare la definizione
più ampia, quella impiegata in semiotica: il testo non
è solo scritto, ma piuttosto costituito da diverse sostanze
dell’espressione e quindi è, ad esempio, anche audiovisivo.
Alla base del successo del romanzo, ci sono le analisi provenienti
da un volume controverso come Il Santo Graal,
di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Il testo rilegge
le vicende di Gesù Cristo, nega la sua resurrezione, lo
indica sposo di Maria Maddalena, da cui ebbe dei figli, con i
quali si rifugiò in Francia. I loro discendenti regnarono
con il nome di Merovingi, creando il Sacro Romano Impero. C’è
poi Maria Maddalena e il Santo Graal
di Margaret Starbird, pubblicato nel 1993. Secondo la studiosa
di matrice cattolica, Maria non era vergine, Gesù aveva
dei fratelli e una moglie.
Dal romanzo (di cui esistono varie edizioni, da quella budget,
subito esaurita, a quella illustrata) derivano invece una serie
sterminata di testi dei quali si tenterà ora una classificazione.
In primis, i libri che cercano di confermare-confutare le tesi
(ri)proposte da Dan Brown. La maggior parte degli autori si schiera
contro. Ne Il Codice Da Vinci. Verità
e menzogne, Darrell L. Bock, a dispetto del titolo dell’opera,
si occupa perlopiù di contestare le affermazioni di Brown.
Anche Bart D. Ehrman, professore e studioso del cristianesimo
delle origini, tenta di dire La verità sul Codice Da Vinci,
sostenendo che chi legge il romanzo “non ha modo di
separare la verità storica dalla finzione letteraria”.
Due esempi, ma dal 2004, data di uscita del libro, se ne possano
contare una ventina. |
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Molti
saggi tentano, invece, di sviluppare ed approfondire i temi contenuti
nel Codice. In primis, il ruolo e le vicende di Maria Maddalena,
esaminati, ad esempio, nel volume I figli
del Graal. La linea di sangue dei veri discendenti di Cristo,
l'eredità di Maria Maddalena e i segreti del Codice da
Vinci di Laurence Gardner. Il tema del Graal è anch’esso
molto ricorrente: si veda, fra gli altri, il recente saggio di
Franco Cardini, Massimo Introvigne e Marina Montesano, dal titolo
Il Santo Graal.
Non solo i saggi, ma anche numerosi romanzi riprendono le suggestioni
prodotte da Dan Brown. Fra questi, La cospirazione
Da Vinci di Marc Sinclair, in cui un giovane studente franco-americano
si mette in cerca, per ragioni di studio, di un codice del Vasari
dedicato ai rapporti tra Leonardo e l'alchimia, o anche L’ultimo
segreto di Da Vinci (David Zurdo e Angel Gutierrez), che
mette in relazione Leonardo e La Sacra Sindone.
In libreria, inoltre, è possibile trovare diversi testi
riguardanti la vita e le opere di Leonardo Da Vinci, variamente
collegati al romanzo di Dan Brown. Molti di questi volumi cercano
di avvicinare i lettori, anche i meno preparati, all’artista
e scienziato più famoso del Rinascimento italiano. Si veda,
ad esempio, il lavoro a cura di Jessica Teisch e Tracy Barr, dal
titolo eloquente di Leonardo Da Vinci per
negati, o Leonardo Da Vinci grande
genio firmato da Roberto Giacobbo, sorta di prontuario
per ragazzi.
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Vanno,
poi, ricordate le parodie. Due in modo particolare: Il
codice Stravinci e Il
codice Gianduiotto. Toby Clements, l’autore del
primo libro, è giornalista letterario del “Daily
Telegraph”. Dal sito IBS: “È una notte
tranquilla a Bruxelles e nulla traspare dalla impenetrabile facciata
della Grand Bibliothèque. Eppure la tragedia si è
appena consumata al suo interno, nella Galleria Maggiore. Cordon
Sanitaire, vecchio curatore della Biblioteca, è stato aggredito
e ucciso da Ermellinos, emissario dell'antica Corporazione dei
Librai chiamato così perché cambia il pelo due volte
l'anno, albino d'inverno e bruno d'estate. L'uomo sta cercando
il segretissimo codice Stravinci, mediante il quale sarebbe possibile
scrivere il best-seller più strepitoso di tutti i tempi,
quello da 17 milioni di copie, tradotto in 40 lingue”.
Bruno Gambarotta ha invece firmato Il Codice
Gianduiotto, nel quale i lettori incontreranno il Gran
Maestro della Confraternita del Gianduiotto e la Confraternita
delle Merendine.
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Ci
sono poi quei testi che si possono segnalare come parte del merchandising.
Fra questi, il taccuino di viaggio de Il Codice Da Vinci o anche
I tarocchi di Leonardo Da Vinci a cura di Marc McElroy,
Iassen Ghiuselev e Ananas Atanassov, libro che contiene, appunto,
i tarocchi utilizzati nel film.
Lo stadio successivo di questa analisi è vagliare alcuni
di quei testi oggetto di una vera e propria rimediazione, processo
che è definibile come la rappresentazione di un medium
all’interno di un altro. Oltre al film, firmato dal regista
Ron Howard, di cui uscirà fra qualche mese anche il dvd,
ci sono molti altri casi. Il videogioco, ad esempio, che riempirà
gli scaffali dei negozi specializzati a partire dallo stesso giorno
di uscita della pellicola cinematografica. Nel videogame, il player
potrà vestire i panni di Robert Langdon e di Sophie Neveu,
nel tentativo di risolvere segreti ed enigmi perlopiù ispirati
a quelli citati nel libro. Chi fosse appassionato di giochi, in
maniera particolare di quiz, troverà pane per i suoi denti
con Il grande gioco del Codice da Vinci.
501 domande sul best-seller di Dan Brown e sui misteri oltre il
racconto. |
C’è
poi un fumetto Disney, Il Papero Da Vinci,
protagonista Paperino, alla prese con un misterioso furto al museo
del Louvre. Va, inoltre, ricordato I segreti del Codice Da Vinci
che propone l’accoppiata libro-dvd, con Simon Cox chiamato
ad incontrare esperti, intervistare Dan Brown, visitare i siti
descritti nel testo. In libreria, è anche possibile trovare
il cd-rom interattivo e il catalogo della mostra intitolata Il
Codice Da Vinci nel castello Sforzesco, che si chiuderà
a Milano il prossimo 21 maggio.
Per
concludere, sembra appropriato pensare al Codice Da Vinci come
ad un gigantesco ipertesto che non manca di arricchirsi costantemente
di nuove ramificazioni, ciascuna originata da un diverso settore
dell’industria culturale. Non si faccia l’errore di
credere che il Codice costituisca il primo esempio di una simile
tendenza: basti pensare a Matrix. La differenza, nel nostro caso,
è sostanziale: l’intero fenomeno si genera da un
libro, medium che viene spesso ritenuto meno “accessibile”
rispetto a quello cinematografico. |
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