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Si
riparte. Il festival più multidisciplinare, più
contemporaneo, più internazionale d’Italia prende
il via per la ventitreesima volta a Roma.
Quest’anno ha un nuovo direttore artistico:
Fabrizio Grifasi, che succede a Monique Veaute, neodirettore
di Palazzo Grassi a Venezia. Grosse novità per questa
edizione: vede la luce il progetto Romaeuropa Webfactory
http://www.romaeuropawebfactory.it/, il più ambizioso
laboratorio virtuale mai lanciato sulla rete. Realizzato dalla
Fondazione in partnership con Telecom Italia, Romaeuropa Webfactory
è una grande community per artisti e creativi.
Ecco il programma: apre il cartellone la coreografa tedesca
Sasha Waltz con Impromptus, prima
delle sue opere interamente basata su un repertorio classico
(musiche di Franz Schubert).
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Tra
gli appuntamenti più curiosi, imperdibile una Juliette
Binoche danzatrice in sodalizio artistico con Akram Khan nello
spettacolo In-I. Nel cartellone
musicale, spicca l’omaggio di Sentieri Selvaggi e Eugenio
Finardi alla figura di Vladimir Vysotsky, artista russo ribelle
al regime stalinista. Dall’est arriva anche Iva Bittovà
insieme agli statunitensi Bang on a Can-All Stars, che saranno
protagonisti inoltre di un lavoro incentrato su Brian Eno e
sul suo Music for Airports. Salvatore
Sciarrino presenta Studi per l’intonazione
del mare con 200 strumentisti. Tanta musica elettronica
inoltre al Brancaleone nelle notti di Sensoralia e con la Notte
digitale.
La grande arte del Novecento rivive in due spettacoli: Jeanne
d’Arc au bûcher diretta da Antonio Pappano
con i complessi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
C’è inoltre Gershwin,
spettacolo di danza della Compagnie Montalvo-Hervieu omaggio
al grande compositore e studioso statunitense. La creazione
coreografica si mescola all’attualità grazie a
due maestri della danza contemporanea: Chapel/Chapter
di Bill T Jones (sulla violenza dei media) e Nine
finger di Alain Platel (sui bambini-soldato). L’attenzione
di Romaeuropa alla danza prosegue con due creazioni ciascuno
da parte di due esponenti della nuova ondata di coreografi:
l’israeliano Emanuel Gat e il giapponese Hiroaki Umeda.
Sipario alzato anche per le migliori proposte del nuovo teatro:
la perdita di memoria e il tentativo di ricostruirla è
alla base di Lev, creazione dei
Muta Imago, reduci dai più importanti festival italiani.
L’Accademia degli Artefatti prepara One
day, maratona di 24 ore, una parodia spettacolare sull’evento.
Infine, è un ritorno a Romaeuropa quello dei Santasangre,
questa volta con Seigradi, performance
a cavallo tra danza e arti visive ispirata al ciclo dell’acqua.
Si chiude il 10 dicembre con Giovanni Sollima affiancato dalla
violoncellista croata Monika Leskovar e dall’ensemble
tedesco Solistenensemble Kaleidoscope: insieme presenteranno
il progetto acustico We were trees.
Tutto il festival è online all’indirizzo http://www.romaeuropa.net/
o scarica il programma completo qui
[simone pacini] |
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