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Regia
Allen Coulter
Sceneggiatura
Will Fetters, Jenny Lumet
Fotografia
Jonathan Freeman
Montaggio
Andrew Mondshein
Scenografia
Scott P. Murphy
Costumi
Susan Lyall
Musica
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Interpreti
Robert Pattinson, Emilie de Ravin, Chris Cooper, Lena Olin, Pierce Brosnan
Produzione
Underground Films and Management
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
sentimentale
Durata
114'
Distribuzione
Eagle Pictures
Uscita
26-03-2010
Giudizio
Media

Non riduciamo Robert Pattinson, il divo di Twilight ad un vampiro moderno, non sbattiamolo in tutte le home rosa shocking presenti sul Web. Soprattutto che non finisca come Daniel Radcliffe con Harry Potter, per carità.
Ci voleva un film che lo riscattasse immediatamente e forse è per questo che Robert non c’ha pensato due volte a firmare il contratto con la produzione di Remember Me, accettato a distanza di pochissimo tempo dall’uscita nelle sale di Twilight e prima ancora che il suo Agente potesse dire di no.
Avviciniamolo invece ai colleghi e ci accorgeremo che è un attore pieno di talento. Per esempio mettiamolo al posto di Matt Dillon in Factotum e facciamogli fumare una sigaretta con calma, bere una birra e mandare al diavolo il proprio datore di lavoro come faceva il protagonista Chinaski. Oppure diamogli il ruolo di Colin Farrell in Chiedi alla Polvere e lasciamogli commentare con disgusto gli huarachas indossati da Salma Hayek nei panni di Arturo Bandini. E poi lasciamo che si innamori di Lady Viola in Shakespeare in Love rubando le labbra di Gwyneth Paltrow a Joseph Finnes. Ovviamente non prima di aver visto Remember Me.
Un dramma romanticissimo che farà felici le fan che presero d’assalto il set di New Moon e che hanno stravolto la vita privata del giovane attore ormai ultra scortato. Certamente nessuno dei sopracitati colleghi potrebbe sostituirlo in questo film, principalmente per un questione di età e coscienza di se. Qui infatti il protagonista bello e tenebroso è ancora un vent’enne alle prese con la difficoltosa conquista di una direzione propria. Un rapporto ostile con il padre, un fratello suicida ed una sorellina piccolo genio, che patisce l’ emarginazione alla quale la costringono le compagne di scuola. Il giovane Tyler fa le veci del padre, protettivo e affettuoso investe ogni energia nell’unica donna della sua vita: la piccola Caroline. Un ragazzo disorientato al quale l’incontro con la bella Ally, gli regalerà una speranza.
Perché si innamoreranno ancora di lui le sue fan? Perché ogni volta che va in galera accade per una ingiusta causa, il movente è nobile e il giovane un ribelle, un cocktail estremamente seduttivo; Perché tutte loro vorrebbero un fratello maggiore che si prendesse cura di loro. Invece, perché agli indifferenti al caso Twilight, Pattinson dovrebbe piacere? Prima di tutto perché non è un fenomeno di divismo cinematografico ma semplicemente il protagonista di un film ben fatto, poi perché la sceneggiatura è bella, intensa, eloquente e sensibile, perché in ballo ci sono i sentimenti più onesti possibili, dove genitori, fratelli, amici e amanti creano un rapporto con la morte e con la vita indissolubile.
Tolte alcune immagini troppo enfatiche come un tatuaggio sul petto il cui significato aveva l’intenzione di far vibrare il cuore del pubblico e tolta la faccia eternamente escoriata del bel protagonista, il resto sembra tutto perfetto. Anche Pierce Brosnan - alias James Bond - incarna perfettamente il ruolo del padre, mentre Lena Olin è come sempre stralunata, inebetita, inconcludente, sorridente ma incredibilmente sempre al suo posto. Ad Aidan, il migliore amico di Tayler, è toccata la parte della sceneggiatura più esilarante e ci farà ridere per tutto il tempo.
Ma c’è qualcosa che sconcerta. Vuoi che sia una trovata geniale, o al contrario un richiamo fuori luogo, il finale ci lascerà attoniti, col naso all’insù a chiedere spiegazione al buon Dio e non più al regista. La commozione alla quale ci eravamo abituati durante tutto il film, darà spazio a ben più profondi turbamenti e perdendo di vista la precedente drammaticità del romanzo, verrà da chiederci se siamo ancora in sala o davanti al tg. Opinabile.
[silvia langiano]