Tante citazioni cinematografiche presenti nel suo film…
Le citazioni nel film ci sono perché parla d’amore a 360°. Parla di tutti gli amori della mia vita, l’amore per la vita e del mio amore per il cinema. Il cinema mi ha insegnato molto; è grazie al cinema che ho imparato ad amare, a conoscere l’amore dentro i film che ho visto.
C’è una delle prime sequenze del film, quella di Sasha e Nicole che camminano su un ponte, che si ispira al film Fino all’ultimo respiro di Godard, dove Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg camminano e dialogano di spalle sugli Champs-Elysées. Ho fatto riferimento a film come Harold e Maude, perché vorrei considerarlo il nonno di questa storia. Quel film, così come Parlami d’amore, racconta di un amore libero e rivoluzionario che non bada all’età o alla forma. E poi Bertolucci che io amo sopra ogni cosa. E’ un vero maestro e non nego di essermi nutrito del suo cinema, delle sue musiche e dei suoi personaggi, al punto che anche gli ambienti e gli interni notte di “Parlami d’amore” sono ispirati ai suoi film. La camera da letto, ad esempio, per me è un tributo a Ultimo tango a Parigi. C’è una scena dove Sasha viene picchiato sul ciglio di una strada ed è una citazione di Il conformista. Ci sono anche riferimenti di altra natura, come il primo film di Alfonso Cuaròn, Paradiso perduto, che mi ha ispirato una scena tra Sasha e Nicole.
Per la colonna sonora ho attinto a piene mani dal cinema americano degli anni ’70 che rappresenta un mondo unico e irripetibile: Harold e Maude, Tornando a casa e Una squillo per l’ispettore Klute; tutti film meravigliosi con musiche e personaggi unici. Le musiche dei Jefferson Airplane, Buffalo Springfield, Bobby Hebb. “Sunny” di Bobby Hebb è una delle canzoni usate durante un ballo tra Sasha e Nicole. Si tratta di canzoni che più che raccontare un periodo, secondo me, raccontano uno stato d’animo, una libertà sentimentale e di pensiero che oggi abbiamo in qualche modo perso.

Non pensi di spiazzare il tuo pubblico con questa pellicola?
Io volevo spiazzare il mio pubblico. Questo è un film che parla d’amore, che fa venire voglia di amare e di vivere. Volevo comunicare la mia voglia di vivere, di buttarmi, di rompere le barriere che ci tengono a bada perché la paura domina. E’ un film che parla a tutti, io non lo vedo ghettizzato. L’amore viene raccontato come pretesto per mettersi in gioco, vivere. Altri protagonisti di questo film sono il passato, le paure, le fragilità, l’incapacità di mettersi in gioco e di darsi. Un film che parla di sensi di colpa, dove se il pubblico lo guarda con animo aperto sia pregno di tante cose, sappia toccare tante corde diverse.

Cos’è l’amore per te?
L’amore non è semplice, può essere raccontato in maniera semplice. Stendhal ha fatto tutte le sue categorie dell’amore gentile, carnale… L’amore è un animale che ti obbliga a metterti di fronte a te stesso, che ti tira fuori e ti mette a nudo, obbligandoti a guardarti allo specchio e a tirare giù ogni muro, ogni protezione, perché ti obbliga a darti alla persona che hai davanti. Questo sentirci nudi, senza difesa è la cosa più difficile nell’amore, la cosa che rovina, che distrugge, che complica i rapporti e che spesso ci/mi impedisce di vivere una storia d’amore. Fidarsi di qualcuno non è semplice, non è semplice come accade al cinema… Parlo dell’amore come di un’occasione iniziatrice alla vita…
Sasha è un personaggio molto estremo, molto lontano da me. Io ho lavorato molto sulla mia persona in questi anni e per farlo ho cercato un minimo comune denominatore tra me e un ragazzo nato e cresciuto in una comunità di tossicodipendenti. Quel minimo comune denominatore è il senso di inadeguatezza, quelle fragilità che mi fanno sentire sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, una paura e fragilità che racchiude anche la volontà di trovare un posto per te, casa tua la volontà di vivere…

E’ vero che in passato ha rifiutato una regia perché non si sentiva pronto? Perché tante cose in questo film?
Avevo scritto una sceneggiatura e mi offrirono la regia. Ma avevo vent’anni, frequentavo questo mondo da troppo poco tempo e non lo conoscevo bene. Inoltre ho un rispetto quasi sacrale verso la regia così declinai l’invito.
Perché così tanta? Perché no? Perché raccontare sempre delle storie che sia ‘la storia d’amore’, ‘la storia del poker’? La vita è tanta, nella vita c’è tanto, questa storia nasce da un romanzo di 400 pagine pieno di ‘robba’, e tutta questa ‘robba’ è legata da un fuoco preciso: noi possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi. Io mi sono mosso intorno al senso di colpa; l’amore, il poker, Riccardo le loro vite. Io sono sicuro di aver riversato tutto quello che avevo dentro e credo che questo sia il limite e il pregio del mio esordio…
Sono due anni che aspetto questo momento e sono due anni che lavoro su parlami d’amore… e ci ho messo tutto me stesso e forse troppo, ma avevo bisogno di dire tutto quello che sentivo.

E’ vero che ha impedito a suo fratello di venire sul set?
Io ho un’ammirazione enorme per mio fratello e per questa ammirazione ho dovuto tenerlo lontano dal set perchè quando stimo tanto una persona, la sua parola conta enormemente, Ma quando sei sul set e sei il regista, devi fare scelte che se influenzate da una voce importante dirottano il film secondo una direzione diversa che non è la tua. Io tenevo che Parlami d’amore, nel bene e nel male, avesse e portasse il mio nome. Gabriele aveva letto il libro ed aveva molti dubbi su come adattarlo per lo schermo. Non ha letto la sceneggiatura ma ha visto il film completato ed ha pianto…

Quanto il fattore età ha influito o reso difficile il rapporto tra i due protagonisti?
Il fattore età è importante ma secondario rispetto alla storia d’amore. Io e Carla evangelista abbiamo creato due personaggi in cui credevamo tantissimo. Ovviamente i personaggi portavano una differenza di età, Nicole sarebbe scappata da Sasha anche se fosse stato un quarant’enne perché fugge dall’amore, dalla paura di trovarsi davanti un sentimento più grande di lei.

Come ha scelto i suoi attori?
Aitana Sànchez-Gijòn è stata un regalo della Cattleya. Me l’hanno fatta incontrare. Lei aveva letto il libro ed aveva una luce ed una voglia, un’adesione che mi ha conquistato. Io chiedo a chi lavora con me di avere la stessa passione che metto io. Aitana aveva una voglia ed un amore che mi ha conquistato. Dopo aver letto la sceneggiatura sono andato a Madrid per farle un’intervista, per fare un’intervista a Nicole e quando lei è scesa dal taxi vestita come Nicole, con i capelli come Nicole ho detto: Ecco l’ho trovata…
Carolina Crescentini è stato un lavoro faticoso e viscerale. Ci siamo incontrati ad un provino che da un’ora previsto è durato quattro ore. Questo perchè Carolina è un pozzo profondissimo dentro cui si può prendere qualsiasi cosa. E’ un’attrice estremamente generosa, capace di toccare moltissime corde e alla fine ci siamo scelti a vicenda.
Giorgio Colangeli è un attore per cui nutro una stima enorme. La prima volta che ci siamo incontrati gli ho detto che era una sola scena, ma era La scena, perchè nel passato si Sasha abita un solo fantasma e questo fantasma è Riccardo, il suo personaggio. Una presenza che è La presenza, evocata in tutto il film e che una volta in scena se non supportata da un attore dalle spalle larghe a sostenere tutto quel rumore, rischia di cadere e io non potevo permettermelo.
Flavio Parenti è stata una vera scoperta. Un attore come ce ne sono pochi, con una capacità di mettersi in gioco, di dimenticarsi di se e lavorare sul personaggio che a me ha colpito. Di solito in Italia si lavora cercando di portare il personaggio il più possibile vicino all’attore. Flavio non è così, si dimentica di se e marcia spedito verso il personaggio….

Cosa pensi del filone giovanilistico, che tu hai in qualche modo alimentato con i tuoi film precedenti?
Come te nessuno mai è stato il germe di un filone. Che ne sarà di noi ha dato poi il via insieme a Tre metri sopra il cielo. Quel tipo di filone ha trovato subito un pubblico che aveva voglia, che aveva molta fame e sete e per molto tempo era stato trascurato. L’Italia è stato l’ultimo paese a capire che i teenager sono una massa fortissima che smuove e fa la differenza al botteghino. E’ giusto parlare a loro. Detto questo c’è una profonda differenza tra il parlare a loro e parlare per loro. Perché si corre il rischio a forza di assecondare il pubblico di finire per “guardargli il culo”. Non penso che il filone sia finito ma credo che i teenager abbiano voglia di vedere delle cose che parlino a loro e non fatte apposta per loro perché quelle cose a volte funzionano a volte no…

Quanto è stato difficile per Silvio Muccino, attore popolare, fratello di un regista di successo, trovare i fondi per realizzare il suo primo film?
La risposta è abbastanza ovvia. E’ stato facile. Non è il nome come molti possono pensare a farti produrre un film. Sono gli incassi che fai. Quelli si, aiutano… Il mio cognome è stato il fantasma più grande se vuoi fare il regista. Quindi o sei un kamikazen o devi credere fortissimamente in quello che fai. Io sono in scena oramai da 10 anni ed ho fatto solo 5 film ma ho avuto la fortuna di fare quelli giusti evidentemente, perché mi hanno creato un pubblico e quando tu hai un pubblico, una storia da raccontare, una storia che convince i produttori… hai tre buoni ingredienti…

Chi è Nicole? Cosa ti piace e cosa non ti piace di lei?
Nicole è una donna di 40 anni che si mette i golfini al contrario per ricordarsi che ha 40 anni e non 90, come a volte pensa suo marito. È una donna che dieci anni prima ha perso l’uomo che amava e da allora vive nel senso di colpa. Poi si è sposata con Lorenzo, un uomo con cui ha una vita molto stabile e senza scossoni, ma in realtà non vive più e non riesce ad andare né avanti né indietro. Quello che mi piace di più di Nicole è la sua voglia di vivere mai del tutto sopita e la sua onestà. Quello che forse mi piace un po’ meno è il suo affacciarsi alla vita senza avere il coraggio di buttarsi, ma limitandosi ad osservare gli altri.

Ci sono dei film, dei libri, delle musiche a cui ti sei ispirata per diventare Nicole?
Il libro che mi ha ispirato di più è ovviamente “Parlami d’amore” in cui ho scoperto tutta Nicole, tutta la sua voce interna, ogni suo sentimento e pensiero. In seguito l’ho capita veramente parlando con Silvio, perché lui sa tutto di lei, anche di più di quello che c’è nel libro. È la prima volta che trovo un regista che conosce i personaggi meglio degli attori. Normalmente quando si studia in maniera approfondita un ruolo si finisce per saperne di più del regista, invece in questo caso è tutto il contrario, lui ne sa sempre di più. Con la musica mi sono ispirata a Chet Baker, e vedendo il film si capirà il perché, e attraverso altri film come “Un uomo e una donna” di Lelouch. Nicole la sento talmente vicina che non ho cercato altri riferimenti fuori da questa storia.

Come descriveresti i colori e le atmosfere di questa storia, di questo film?
C’è una parte più buia e più dolorosa; ad esempio la casa di Nicole con le luci rosse, i corridoi, il suo studio e le diapositive che nascono dal buio. Lei è una donna piena di dolore ancora dopo 10 anni. Poi c’è una parte luminosissima, che sono gli occhi blu di Sasha, tutto il blu di Sasha.

Secondo te Silvio è come Sasha?
Non lo conosco così bene, ma penso che ci sia molto di Silvio in Sasha, anche se non tutto. Silvio è un uomo sicuro di se stesso, in un momento della sua vita in cui ha il potere di fare tutto quello che vuole. E’ molto maturo per la sua età e sa perfettamente quello che deve fare. Sasha invece è un ragazzo ancora pieno di paure, che sta lottando per uscirne e cominciare a vivere anche lui, come Nicole. Perciò penso che sono due uomini in momenti diversi della loro vita, ma che, certamente, Silvio ha messo tanto di lui in Sasha.

Secondo Aitana esiste o non esiste una donna che possa essere conquistata?
Non so se tutte le donne possono essere conquistate da qualunque uomo… questa frase può sembrare polemica ma di sicuro non bastano le belle parole o le armi di seduzione per far “cadere” una donna. Ci deve essere anche il momento adatto e la persona adatta.

C’è una location che associ al film?
Quando penso al film e alla sua parte gioiosa penso alla canzone “Sunny” e al ballo in casa di Nicole; è un momento molto bello tra loro due che si divertono come due ragazzini. E’ una scena innocente piena di vita e voglia di vivere.

Secondo te questo film ha anche un aspetto simbolico o metaforico?
Tutta la storia può essere considerata una metafora. È una storia di due anime molto simili che si incontrano un po’ incidentalmente e che si cambiano reciprocamente la vita, al di là dell’età e della classe sociale, al di là di tutto. Sono due anime che si capiscono, predestinate un po’ ad amarsi

Si usa parlare della magia del cinema.. cos’è secondo te e quale potrebbe essere la magia di questo film?
La magia di questo film è che parla d’amore, della bellezza dell’amore e confida nel potere di cura dell’amore contro le ferite della vita. Un amore che rende coraggiosi e forti.

Lavorare con Silvio.. com’è cambiato da quando lo hai incontrato ad oggi?
Fin dall’inizio ho capito che Silvio era un ragazzo straordinario, capace di arrivare fino in fondo a tutte le situazioni, di spiegare ogni sfumatura e ogni sentimento, tutto quello che non è evidente. L’ho capito fin dai primi incontri e dalle prime letture, ma è sul set che l’ho apprezzato ancor di più. Riesce ad essere bravissimo sia come attore che come regista, tutti lo rispettano perché ha le idee chiare, una rara sensibilità, sembra che abbia fatto dieci film invece è la sua opera prima!

Aitana somiglia a Nicole?
Io penso che tutte le donne assomiglino un po’ a Nicole, o almeno, a tutte piacerebbe assomigliare un po’ a lei. Anch’io mi sento un po’ Nicole a volte, anche se non in tutto. Ci sono molti aspetti in lei che sento miei, come la profondità femminile, le paure e poi il coraggio. In questo, credo, Nicole è molto donna.

Ti sei ispirata a dei personaggi particolari, fittizi o reali, oppure a film, libri per interpretare il ruolo di Benedetta?
Avevo letto il libro di Silvio Muccino e Carla Vangelista. Va detto che la Benedetta del libro è molto diversa da quella del film. Un cambiamento che abbiamo voluto insieme a Silvio per rendere Benedetta più realistica, una ragazza che puoi realmente incontrare per strada. Un film che mi ha ispirato nella costruzione del personaggio è “Swimming Pool” di Ozon. Un altro film che non è affine ma che mi è stato molto utile per il sapore del sesso è “A snake of June” di Tsukamoto. Altri ancora: “Ragazze interrotte”, “La sposa turca”, “Mysterious skin” e “Romanzo Criminale” in cui Patrizia è una donna estremamente seducente anche se si tratta di un altro tipo di seduzione, più matura. Benedetta invece è una bambina viziata, una che non deve rimboccarsi le maniche per avere quello che non ha già, lo pretende. È snob, molto leggera, ma tutto in lei, anche il suo rapporto con il sesso, in realtà è frutto di una maschera che nasconde insicurezza.

Cosa ti piace e cosa non ti piace di lei?
Benedetta è un personaggio particolare e mi piace molto perché è a più livelli, a più strati. Appartiene all’alta borghesia romana in cui crescono figli sbandati, incapaci di comunicare, abituati a ricevere soldi in cambio di affetto. È una ragazza che vive con una maschera addosso, che indossa la maschera della seduzione e della spocchia per relazionarsi agli altri. Spesso, però, la maschera le cade e ne esce fuori una fragilità smisurata. Mi piace proprio perché è contraddittoria, perché vuole far finta di essere qualcosa che comunque non sarà mai.

Ci sono contatti tra Benedetta e Carolina?
Siamo fragili nello stesso modo; c’è in noi lo stesso senso di inadeguatezza e di insicurezza, che lei risolve con una falsa forza, io con l’ironia e la goffaggine. Anche se in un modo completamente diverso anch’io porto una maschera. La mia è una maschera della positività, nel senso che tento di trovare sempre il buono in ogni cosa.

Cosa pensi di Silvio che è alla sua prima esperienza di regista?
Silvio è un’entusiasta e con la sua energia travolge tutti. Ha lavorato su di me, mi ha plasmata per creare quello che lui voleva. È un regista che non si accontenta e questo ti mette alla prova.

C’è un’immagine, una battuta che associ d’istinto al film?
“Stai guardando dalla parte sbagliata. Stai guardando dalla parte giusta”. Tutti i personaggi guardano dalla parte sbagliata. Tutti i personaggi hanno una necessità enorme di essere amati, però non si trovano mai nel momento giusto insieme.

Sasha è come Silvio?
No, Sasha è molto più debole, imbarazzato, e timido. Silvio è più scaltro e ha le spalle più larghe di Sasha.

Secondo te esiste una donna che non possa essere conquistata?
Onestamente me lo sono chiesta dopo aver letto la sceneggiatura.. Dipende. Se ti avvicini ad una donna con cura e sei delicato e sai attendere puoi conquistare qualsiasi donna.

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