Attore,
scrittore e ora anche regista, Silvio Muccino ha realizzato
un film — nelle sale il giorno di san Valentino —
tratto da “Parlami d’amore”, il romanzo scritto
insieme a Carla Vangelista e pubblicato da Rizzoli due anni
fa. Con le sue 300 mila copie, il romanzo ha ottenuto uno straordinario
successo raccontando una storia d’amore “senza età”
tra un ventenne e una quarantenne. Una storia, dunque, inconsueta,
ma molto vicina alla realtà di oggi, dove le quarantenni,
con il loro fascino e la loro esperienza, sono attraenti anche
per uomini molto più giovani.
Qui il protagonista
maschile è Sasha, 23 anni, restauratore, cresciuto in
una comunità di recupero e innamorato di una ragazza
bellissima, Benedetta. La protagonista è invece Nicole,
43 anni, sposata e insegnante di lingue a Roma; nel suo passato
c’è un grande amore e un immenso dolore. Sasha
e Nicole si scontrano con le loro macchine in una notte di pioggia,
e poi continuano a vedersi; lui le chiede consigli per conquistare
Benedetta, lei gli spiega che non esiste una donna che non possa
essere sedotta...
Il romanzo — l’ultima edizione è in libreria
— è una storia sfacciata, travolgente, inaspettata.
Come l’amore, e come il film che Muccino ne ha tratto.
La
parola a Carla Vangelista.
Come
è nata l’idea del libro?
Quando io e Silvio ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato subito
a parlare. Della vita, di noi, delle nostre paure, delle gabbie,
delle esitazioni nel mettersi in gioco. Abbiamo notato che di
fronte a certe cose le barriere di età e le diverse esperienze
perdevano d'importanza e abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto
raccontare due persone all'apparenza lontane e diversissime
che scoprono il desiderio di un percorso comune nonostante tutto.
Ci piaceva parlare dell'amore e del suo potere. Abbiamo scelto
di farlo così.
Come
avete lavorato con Muccino alla scrittura del libro che ha la
caratteristica di racconto incrociato?
Abbiamo innanzitutto costruito insieme l'andamento della storia
e il carattere dei protagonisti. Poi, separatamente, io e Silvio
abbiamo scritto il percorso dei nostri personaggi, confrontandoci
ogni tre o quattro giorni per sincerarci che stessimo seguendo
uno sviluppo omogeneo.
Solo alla fine abbiamo mischiato tutto insieme.
Come
avete affrontato con Muccino la trasposizione alla sceneggiatura?
Con grande pazienza, scrivendo e buttando ogni volta che ci
sembrava di "tradire" lo spirito del libro. Inevitabilmente
qualcosa è stato sacrificato, ma per noi l'importante
era, appunto, rispettare in
pieno l' atmosfera emotiva del libro e dei suoi personaggi.
La
scelta delle due protagoniste corrisponde all’idea che
avevi di Nicole e Benedetta?
Assolutamente sì. Sia Aitana che Carolina secondo me
sono perfette per i due ruoli. Aitana perchè - esattamene
come ho empre immaginato Nicole - ha una bellezza sottile e
discreta, che viene scoperta a poco a poco. Carolina perchè,
come Benedetta, è esplosiva e intensa.
Avendo
visto il film ritrovi il mondo di “Parlami d’amore”?
E' stato molto emozionante vedere trasposta in immagini qualcosa
che fino a quel momento era appartenuta solo alla mia scrittura.
Il mondo di Parlami d'Amore, l'atmosfera, la voce dei personaggi
immersi nella loro fatica di vivere fino alla scelta finale,
è stato riportato in pieno sulla pellicola. Ogni volta
che lo vedo per me ha qualcosa di magico e sono davvero felice
del risultato finale.