Orario insolito quello che ha costretto all’alzataccia
la stampa per poter scambiare due parole con Jodie Foster,
in Italia per accompagnare l’uscita di Alla
ricerca dell’Isola di Nim e partecipare
ad un incontro con i ragazzi all’Auditorium Parco
della Musica di Roma, attività collaterale organizzata
dalla Festa del Cinema di Roma.
In una Casa del cinema affollata e sotto un rigido controllo
delle guardie del corpo della diva americana –
no foto, vietate registrazioni audio e riprese video
della conferenza, nessuna domanda personale –
Jodie in camicetta bianco vestita, ascolta le domande
in italiano dei giornalisti ricorrendo solo in alcuni
frangenti alla loro traduzione simultanea.
“Cercavo da tempo un film leggero, dai tempi di
Maverick, ma non ho trovato
nulla che mi piacesse. I ruoli drammatici sono importanti,
ma qui mi sono divertita insieme a Gerald Butler, noto
per i suoi ruoli eroici (300,
ndr) a prenderci un po’ in giro.”
Finalmente
un film che anche i suoi figli potranno vedere…
Per la prima volta i miei figli hanno avuto la possibilità
di vedere un mio film, di frequentare assiduamente il
set e partecipare alla prima. Inoltre loro avevano letto
il libro prima ancora che io iniziassi le riprese.
Come
si è trovata con i tempi della commedia?
Il talento è talento. I tempi della commedia
sono diversi da quelli drammatici. I primi hanno carattere
circolare, i secondi vanno maggiormente in profondità.
Come
si è trovata a lavorare con la giovanissima Abigail
Breslin?
Abigail (Little
Miss Sunshine) è meravigliosa ed ha la fortuna
di avere una splendida famiglia alle spalle. Per me
è divertente lavorare con i bambini, mi riporta
a quando avevo la loro età ed all’inizio
della mia carriera.
Ha
dichiarato che si prenderà una pausa lavorativa?
E’ vero? E perché?
Negli ultimi 10/15 anni ho fatto passare più
tempo tra un film e l’altro. Nella mia carriera
ho raggiunto molti obiettivi ed ogni film mi porta via
sempre maggiori energie. Quest’anno ho già
fatto due film (questo e Il
buio nell’anima, ndr), è il momento
di prendermi una pausa. Comunque mi sto dedicando ad
un paio di sceneggiature per un film in cui sarò
produttrice e regista, ma non attrice.
Che insegnamento le piacerebbe
passasse da questa pellicola?
Ci si deve fare paladini del pianeta. Se ti prendi cura
di terra e animali, loro si prenderanno cura di te.
Inoltre è un inno all’alleanza tra donne,
un invito a prendersi cura di se stesse senza consideare
sempre una figura maschile al loro fianco.
Qual
è il suo rapporto con lo star system? Ritiene
che ci siano evidenti segnali di cambiamenti nell’industria
cinematografica come potrebbero far pensare manifestazioni
come gli Oscar di questi ultimi anni?
Sono 42 anni che recito e frequento questo mondo e più
che di cambiamenti parlerei di fasi, cicli che si ripetono
nel tempo, legati fondamentalmente a fenomeni economici
e finanziari. In questi ultimi anni c’è
stata una tendenza a produrre film indipendenti solo
perché le case di produzioni si sono accorte
che erano lavori economicamente redditizi, per un pubblico
meno vasto rispetto a quello di un blockbuster ma comunque
redditizio.
La conferenza si è chiusa
con un paio di domande su tematiche ecologiche ed ambientaliste,
il film ha il patrocinio del WWF nella speciale campagna
a sostegno delle adozioni delle tartarughe marine, che
hanno evidenziato una pudicizia o timidezza da parte
dell’attrice inconsueta, diametricalemente opposta
a quella di George Clooney che solo 24 ore prima aveva
preso posizione su tutto lo scibile umano, dal Darfur
al Tibet, dalle elezioni americane a quelle italiane,
esprimendo stima ed ammirazione da Obama a Veltroni.