Il buio nell'anima
The Brave One
Regia
Neil Jordan
Sceneggiatura
Roderick Taylor, Bruce Taylor
Fotografia
Philippe Rousselot
Montaggio
Tony Lawson
Scenografia
Tristi Zea
Costumi
Catherine Thomas
Musica
Dario Marianelli
Interpreti
Jodie Foster, Terrence Howard, Nicky Katt, Mary Steenburgen, Naven Andrews
Produzione
Joel Silver, Susan Downey
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
122'
Distribuzione
Warner Bros
Uscita
28-09-2007
Giudizio
Media

Erica Bain gira le strade di New York catturando rumori, suoni, storie che poi riporta nella trasmissione radiofonica che conduce. Racconta una città, la città più sicura al mondo, nel suo continuo divenire dove i grattacieli sono particelle di un DNA che corre lungo le sue highways. E' la sua città e lei si sente sicura. Sicurezza che improvvisamente svanisce quando viene aggredita da una banda di teppisti insieme al suo fidanzato. Lei rimane in coma per tre settimane, lui perderà la vita.
A questo punto la vita di Erica cambia radicalmente. I luoghi che prima conosceva così bene e le erano familiari, assumono una connotazione diversa, sconosciuta. I rumori che prima catturava ora la opprimono scavandola in profondità, alimentando quella bestia oscura che cova nell'animo di ognuno di noi e che si chiama paura.
La paura ha la capacità di modificare i valori morali e paletti etici di una persona, trasformandola in un "estranea" a se stessa. Erica entra in contatto con questo estraneo nella maniera più dolorosa e traumatica possibile. E' costretta prima ad accettarla per tentare di imparare a conviverci. Un'esistenza non facile se si disprezza intimamente la sua natura e le sue azioni. Un estraneo che ha le medesime mani, gli stessi piedi, un unico corpo ma che non si ri-conosce come proprio. Ma Erica è condannata a non rimanere prigioniera della paura quando scatta in lei una leva che è ancora più forte: la vendetta. Contro l'ingiustizia, imperniata di quella cultura americana che "giustifica" la giustizia personale da far west, contro i soprusi dei violenti nei confronti dei più deboli; per tacitare la bestia che è in se si mette alla caccia dei suoi aggressori.
Sul suo cammino incrocia la figura del detective della polizia Mercer che combatte da tre anni per consegnare alla giustizia un pericoloso quanto socialmente rispettato trafficante di uomini, armi, droga. Lui rappresenta la speranza che un altro mondo è possibile, che alla fine del tunnel vi sia luce, che la giustizia degli uomini possa avere ancora una dimensione etico-morale che valga la pena difendere. Ed è a lui che Erica si attacca disperatamente. Ma presto scopriremo come invece di salvarla dal suo destino, Mercer ne rimarrà in qualche modo contaminato.
Neil Jordan (La moglie del soldato, Intervista con il vampiro, Michael Collins) torna al mainstream cinema con un thriller inusuale che superficialmente può richiamare Il giustiziere della notte ma che affronta la tematica della paura e della vendetta con maggior maturità, ponendo interrogativi etici-morali ai quali lascia libertà di soluzione allo spettatore. Attraverso la sofferta interpretazione di una Jodie Foster le cui rughe non fanno altro che esaltare l'imperfetta bellezza di questa attrice nata "cinematograficamente" per le strade di New York (Taxi Driver), Il buio nell'anima ci cala nelle profondità della psiche umana, evidenziandone i comportamenti senza teorizzarli, in un percorso di autoconoscenza di se che può essere proprio di tutti.
La regia accompagna la protagonista in questo suo intimo e doloroso viaggio, con stile lineare e leggero durante i momenti piani dell'azione, per inclinare letteralmente l'asse visiva nei momenti di maggior tensione emotiva, indirizzando lo sguardo dello spettatore attraverso un piano inclinato come le schegge di uno specchio infranto in cui siamo costretti a guardarci senza più riconoscerci.
In un'America forcaiola, che altro non è che lo specchio di una situazione più generalizzata - basti vedere cosa accade in casa nostra - la giustizia sembra necessitare di una nuova definizione, di nuovi parametri di giudizio, di nuovi paletti, perchè di fronte a quanto accade nel mondo esterno, di fronte alle decisioni che vengono prese dall'alto, sono poi le vite dei singoli individui privati a rimanere principalmente e drammaticamente offese. Senza alcuna possibilità di difesa.
[fabio melandri]