“Se
stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai
essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere”.
Vi sono capitati altri libri con un incipit di questo genere?
Se questo è il primo, non pensate neanche lontanamente
di dare retta all’autore. Nelle pagine che seguono Victor
Mancini, il protagonista, ci conduce per mano attraverso il
percorso che ne ha fatto quello che è oggi: un medico
mancato, sesso-dipendente, il cui lavoro è fare la comparsa
in costume in un finto villaggio del '700 di una disneyworld
crudele, nella quale per realismo scenico si finisce anche per
andare alla gogna. Alle prese con una madre attivista di ogni
movimento sorto dagli anni '60 in poi, malata lungodegente,
Victor escogita uno stratagemma per pagarle le cure. Scelto
un nuovo ristorante ogni sera, dopo qualche minuto (e qualche
portata) si auto procura un principio di soffocamento, che verrà
puntualmente risolto dall’eroe di passaggio il quale,
non pago di avergli salvato la vita, al racconto delle sue disavventure
familiari lo riempirà di denaro perché, “soffocando,
diventi una leggenda sul loro conto che queste persone alimenteranno
e ripeteranno fino alla fine dei loro giorni. Crederanno di
averti dato la vita. Potresti addirittura essere la buona azione
di una vita, il ricordo che in punto di morte giustifica un'intera
esistenza”. Nei ricordi di Victor, l’episodio
fondativo della sua filosofia di vita è la visione, nell’adolescenza,
di un film in cui il protagonista subisce, senza perdersi d’animo,
ogni sorta di tortura: non c’è nulla, si dice,
che sia veramente precluso a chi riesce a sopportare certe cose
conservando sempre il sorriso sulle labbra. Se in Fight
Club (opera prima di Palahniuk) le manie distruttive del
protagonista erano essenzialmente rivolte verso l’esterno,
e poco importa che l’esterno fosse la società nel
suo complesso o un perfetto sconosciuto, in Soffocare
ritroviamo ancora una volta un uomo in cerca di una strada per
arrivare al proprio riscatto, ma questa passa stavolta per il
sacrificio di sé.
[danilo
buratti]
dello
stesso autore | fight club
| cavie
| invisible monster
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Charles
Michael "Chuck" Palahniuk (21 Febbraio 1962) è
uno scrittore statunitense. I genitori di Palahniuk sono
di origine russa e francese. Il suo cognome deriva dai rispettivi
nomi dei nonni ucraini: Paul e Nick. Chuck intraprende la
scrittura all'età di 6 anni. Frequenta e abbandona
la scuola di giornalismo, fa svariati lavori (camionista,
meccanico). Si laurea successivamente all'università
dell'Oregon. Verso i trent'anni scrive il suo primo romanzo
Invisible Monsters, una storia
di apparenze, di cambiamenti d'identità, nel quale
l'immagine edonistica domina la realtà. Il suo stile
è scientifico e crudo. Viene respinto dalle case
editrici. Nel 1996, dopo diversi rifiuti, pubblica il suo
secondo romanzo, Fight Club,
dal quale David Fincher trae un film che lo trasforma in
un autore di culto. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo
Soffocare, Ninna
Nanna, Diary. |
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