Ad una
prima impressione, sembra che questo romanzo di Chuck Palahniuk
sia solo un lungo ed incoerente delirio. Si può pensare
che una storia così grottesca e surreale (una top-model
senza mascella, una donna che in realtà è un uomo,
un uomo che in realtà è sempre stato una donna,
un uomo imbottito di pillole a sua insaputa), possa essere presa
sul serio. Eppure, nonostante l’apparente improbabilità
della storia, il libro è anche una ferocissima denuncia
a tutto quello che per gli americani non solo è normale,
ma quasi ovvio. La bellezza, ad esempio. Gli psicofarmaci. Le
feste patinate, l’omofobia, l’incomprensione con
i genitori – la protagonista riceve in regalo una scorta
di preservativi dai genitori che ne decantano le lodi –
la falsità che avvolge ogni cosa.
È infatti in un mondo volutamente ipocrita e fiero di
esserlo che Shannon McFarland vive e prolifera come modella.
Il fidanzato, il lavoro e la migliore amica sono tutto il suo
piccolo mondo, fino a quando un colpo di fucile venuto dal nulla
la catapulta dal mondo perfetto a quello vero, quello dei “mostri
invisibili”. Ridotta, senza mascella, a dover sopravvivere
coperta di veli e a poter comunicare solo scrivendo, la vita
di Shannon ricomincia incontrando Brandy Alexander, bellissima
donna cui solo le mani, troppo grandi, tradiscono le sue origini
maschili. Brandy, conosciuta in clinica, le insegna non solo
a sopravvivere nella sua nuova condizione di mostro, ma la induce
a vendicarsi, con astuzia e perfidia, dell’ormai ex migliore
amica e dell’ormai ex fidanzato. Intanto, pian piano,
la verità su chi abbia sparato quel colpo di fucile salta
fuori...
La bellezza di questo libro, oltre al ritmo incalzante e volutamente
sadico tipico di Palahniuk, sta nei continui colpi di scena
e nelle rivelazioni improvvise, che ogni volta sottolineano
sempre di più la morale vera del libro: nulla è
ciò che sembra.
Fra le opere di Chuck Palahniuk, Invisible Monsters è
senza dubbio il più sottovalutato; l'unica differenza
fra questo e l'aggressività alienante di Fight Club,
o i racconti corali del terrore di Cavie, è uno strano
tocco di femminilità, di dolore interiore tutto al femminile,
anche per chi non è nato femmina. Chiunque voglia avere
un quadro completo di Chuck Palahniuk e della sua scrittura
deve necessariamente leggere anche questo, l'unico suo libro
coperto da una patina rosa di femminilità modaiola, superficiale,
vanitosa, ma comunque profonda. Invisible Monsters rimane comunque
nel genere di Palahniuk: adatto ai palati forti.
[daniela
montella]
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Charles
Michael "Chuck" Palahniuk (21 Febbraio 1962) è
uno scrittore statunitense. I genitori di Palahniuk sono
di origine russa e francese. Il suo cognome deriva dai rispettivi
nomi dei nonni ucraini: Paul e Nick. Chuck intraprende la
scrittura all'età di 6 anni. Frequenta e abbandona
la scuola di giornalismo, fa svariati lavori (camionista,
meccanico). Si laurea successivamente all'università
dell'Oregon. Verso i trent'anni scrive il suo primo romanzo
Invisible Monsters, una storia
di apparenze, di cambiamenti d'identità, nel quale
l'immagine edonistica domina la realtà. Il suo stile
è scientifico e crudo. Viene respinto dalle case
editrici. Nel 1996, dopo diversi rifiuti, pubblica il suo
secondo romanzo, Fight Club,
dal quale David Fincher trae un film che lo trasforma in
un autore di culto. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo
Soffocare, Ninna
Nanna, Diary. |
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