Due sorelle
Autore: Alberto Bassetti
Regia: Alberto Bassetti, Francesco Verdinelli
Musica: Francesco Verdinelli
Produzione: Sycamore T Company
Interpreti: Anna Ferzetti, Chiara Tomarelli
Anno di produzione: Genere:
In scena: fino al 19 ottobre al Teatro Lo Spazio, di Roma, Via Locri 42/44 tel. 0677076486

Due sorelle, giovani attrici di una compagnia teatrale in fallimento attendono invano l’arrivo di un autobus che dovrebbe ricondurle a casa, per iniziare una nuova vita e realizzare i propri sogni. Un palco vuoto, una scena volutamente nuda pone l’attenzione su un mondo intimo, fatto di reminiscenze familiari agrodolci.

Condividono tutto, ricordi e speranze pur essendo diverse. Susanna, così ingenua e fragile, in continua ricerca di attenzione e con una smodata passione nell’intessere frottole; Francesca, la prediletta: figlia minore ma concreta ed appassionata, intelligente e ricettiva.
Il testo, di chiara memoria cecoviana - i versi dell’autore russo sono pronunciati continuamente da Francesca nel suo anelito di successo - attraversa con levità una tematica drammatica sempre più alla ribalta: il disastro dell’usura ed il baratro di chi vi cade dentro.
Susanna, insolita sorella maggiore che segue le orme dell’altra, più dotata, si occupa della contabilità della compagnia teatrale, cede al calore di un interessato amore, un giovane collezionista di “oggettini” d’oro, e per mantenere vivo il sentimento si indebita ipotecando le proprietà di famiglia, unico sostentamento rimasto. Per le due sorelle si prospetta così un’oscura incertezza del futuro ma, contrariamente a quanto ipotizzabile, il testo non cede alle lusinghe di un dramma disperato o a un moderno ciclo dei vinti dal sapore verista. Le due ragazze sono attrici, ma la loro professione non intende analizzare le alterne vicende romantiche della loro carriera, bensì la condizione di precarietà del mestiere, che rende i personaggi ancor più fragili ed oscillanti, sottolineando l’indeterminatezza del domani. In un certo qual modo viene spiegata la tendenza di Susanna a ricordare eventi mai accaduti, nel duplice tentativo di assurgere allo stesso livello della migliore Francesca, ma anche di sopportare il peso della responsabilità del tracollo economico.
Malgrado tutto, la pièce ha la capacità di suscitare il riso e di toccare un argomento così difficile con profonda leggerezza. L’improbabile sperimentazione di Francesca che rilegge Cechov come una moderna hit rap strappa un sorriso delicato e nostalgico, che rievoca la purezza di Charlie Chaplin.
[paola di felice]