Le scelte del Grido
[a cura di simone pacini]
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7 – 9 novembre 2008 Teatro Strehler
COMPLICITE
A DISAPPEARING NUMBER

ideato e diretto da Simon McBurney
coproduzione Complicite con barbicanbite07, Vienna Festival, Ruhrfestspiele, Holland festival

Uno spettacolo in cui si intrecciano epoche, culture e idee diverse. Una storia che mostra l’incontenibile desiderio di conoscenza dell’essere umano. Un regista affascinato dalla matematica, Simon McBurney, racconta la vita e il mistero di Srinivasa Ramanujan, il “Mozart della matematica”, genio autodidatta vissuto tra XIX e XX secolo tra Bangalore e Londra. Nascoste tra le pieghe dello spettacolo giacciono domande senza risposta: sulla matematica e sulla bellezza; sull’immaginazione e la natura dell’infinito. Nella Londra dei nostri giorni, Alex è sedotto dall’intelligenza e dal mistero della moglie Ruth, matematica che studia la vita e l’opera di Ramanujan. “A Disappearing Number – spiega Simon McBurney – considera la matematica un atto creativo, al pari della poesia o della pittura, essa traccia una mappa degli infiniti aspetti del nostro universo”. Spettacolo in lingua originale con sovratitoli in italiano.
http://www.piccoloteatro.org/



11 – 16 novembre Fondazione Arnaldo Pomodoro
ENGLAND
di Tim Crouch
regia Carlo Cerciello
produzione Napoli Teatro Festival Italia

L’ultimo lavoro di uno tra i maggiori drammaturghi inglesi contemporanei inaugura quest’anno la collaborazione tra Teatro i e Fondazione Arnaldo Pomodoro: lo spettacolo – presentato in prima nazionale al Napoli Teatro Festival Italia – si terrà negli spazi della Fondazione, in una zona di Milano unica per la concentrazione di attività legate al settore artistico e creativo. England è un testo sul trapianto, ossia sulla sostituzione di contenuti. England racconta di una donna che subisce un trapianto di cuore e porta il teatro dentro una galleria d’arte e una cultura dentro un’altra. England era il titolo più adatto per una pièce destinata a debuttare in Scozia. In questo testo si sviluppa l’indagine di Tim Crouch sull’identità dell’interprete in scena: sulla relazione (e sui modi di sostituzione) fra attore e personaggio. La pièce, concepita per essere allestita in una galleria d’arte, si trasforma in base alle opere esposte, con cui gli attori sono portati ad interagire. Il testo è un viaggio oltre i confini spaziali consueti. Seguendo i percorsi del commercio d’arte globale, affronta la complessità delle relazioni umane, spostando l’azione da “qui” a Osaka, da un letto di ospedale a una stanza d’albergo a una galleria d’arte – allo stesso tempo spazio di transazione commerciale (di opere e di organi), emotive (nel rapporto di coppia fra i protagonisti), comunicative (teatrale, fra attori, personaggi, pubblico).
http://www.teatroi.org/



11- 23 novembre 2008 Teatro Leonardo
Filarmonica Clown
CHICAGO SNAKES REUNION
tratto dalla pièce di Bolek Polivka
regia Bolek Polivka
produzione Teatro de Gli Incamminati

Nato dall’estro poliedrico e anticonformista dell’attore-drammaturgo ceco Bolek Polivka, Chicago Snakes Reunion è uno spettacolo che ha lasciato il segno nelle produzioni di teatro comico degli ultimi vent’anni, diventando un classico del teatro popolare d’arte. Bolek Polivka ha raggiunto la popolarità negli anni Ottanta per le performance comiche e clowneristiche negli spettacoli televisivi. Ha ricevuto premi e Nomination in diversi Festival cinematografici europei, venendo premiato anche per i suoi lavori teatrali. E’ proprietario e direttore artistico del teatro Divadlo Bolka Polivky di Brno. La Filarmonica Clown, gruppo che ha radici lontane nel teatro di gruppo milanese e nel repertorio nazionale della commedia dell’arte, ha tratto dal testo uno spettacolo esilarante e poetico, all’insegna del gioco e dell’ibridazione dei generi: dalla commedia farsesca alla clownerie moderna, passando per il cabaret e l’avanspettacolo. Lo spettacolo: su un palcoscenico attraversato da sciabolate di luce e fumi lattiginosi, la pittoresca band americana dei Chicago Snakes si esibisce in uno scatenato concerto rock ricco di tutti gli ingredienti classici del genere: decibel altissimi, saltelli isterici, abbigliamento vistoso e pose demenziali.
http://www.elfo.org/



12 – 23 novembre Teatro Franco Parenti
MOLLY SWEENEY
di Brian Friel
regia di Andrea De Rosa
con Umberto Orsini, Valentina Sperlì, Leonardo Capuano
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione/Teatro Metastasio della Toscana

Il testo, ispirato a un fatto realmente accaduto e raccontato dal neurologo Oliver Sacks nel saggio Vedere e non vedere, apre uno squarcio sui problemi etici e filosofici che la cura dei pazienti può avere sugli stessi. Brian Friel rielabora la vicenda di un singolare caso clinico: la folgorante e drammatica storia di Molly Sweeney, tratteggiata con un’umanità senza diaframmi, mette a nudo la disarmata vulnerabilità di tutti i personaggi. Molly è una donna di quarant’anni, cieca ma completamente autonoma, che lavora come fisioterapista in un centro benessere. Il tatto è la strada per entrare in contatto col mondo e per riconoscerlo, e supplisce perfettamente all’assenza della vista. La donna, convinta a sottoporsi ad un’operazione chirurgica, riacquista in parte la vista, ma il tanto atteso esito positivo provoca invece in lei un trauma. Si riapre dunque l’antico interrogativo che William Molyneux sottopose all’amico John Locke: “Immaginiamo un uomo nato cieco e ormai adulto, a cui sia stato insegnato a distinguere un cubo da una sfera mediante il tatto e al quale venga ora data la vista; sarebbe egli in grado, prima di toccarli di distinguerli e dire quale sia la sfera e quale il cubo, servendosi solo della vista?”.
http://www.teatrofrancoparenti.com/



18 - 23 novembre 08 Teatro dell’Elfo
LUNARIA
di Vincenzo Consolo
regia Vincenzo Pirrotta
con Vincenzo Pirrotta, Nancy Lombardo, Luca Mauceri
produzione Esperidio/Palermo Teatro Festival

Allievo di Mimmo Cuticchio, il maestro indiscusso dell’Opera dei Pupi, Vincenzo Pirrotta si è imposto sulle scene italiane quattro anni fa con una versione delle Eumenidi di Eschilo in siciliano, a cui hanno fatto seguito i successi di Ciclope e Sagra del Signore della Nave, sempre in dialetto isolano. Con questo spettacolo l’attore si rivolge ancora una volta alla cultura della sua terra, scegliendo un romanzo di Vincenzo Consolo, Lunaria. “Pubblicato nel 1985 – commenta Consolo –, questo testo è una favola dialogata che fatalmente prende forma teatrale: quest'operetta rappresentava una contestazione del romanzo. La favola, ambientata in un vago Settecento, alla corte di un vicerè di Sicilia, prendeva spunto dal frammento lirico di Leopardi Spavento notturno. L'epoca e il tema favolistico o onirico, mi facevano intensificare ancor più il gioco linguistico”.
http://www.elfo.org/



22 novembre Teatro degli Arcimboldi
MENSKE
regia, coreografia, scene Wim Vandekeybus
produzione Ultima Vez

Il Teatro degli Arcimboldi presenta Menske, straordinario spettacolo della compagnia Ultima Vez guidata dal coreografo Wim Vandekeybus. Menske, in dialetto fiammingo, è il diminutivo di uomo, diminutivo che evoca una certa tenerezza. Menske è infatti anche la fragilità, il limite. L’uomo che un giorno, tanto tempo fa, si ritrovò debole e minuscolo davanti alle forze di una natura indomabile. E all’alba del terzo millennio eccolo di nuovo altrettanto piccolo e fragile, di fronte ai processi della globalizzazione su cui non ha alcun controllo. Il piccolo uomo ha creato un mondo troppo grande per lui, troppo complesso, troppo confuso, troppo esigente. Wim Vandekeybus ha scelto un cast misto di dieci danzatori/attori, di otto differenti nazionalità per un mélange di lingue e culture dai toni alti. Menske, già presentato in luglio al Festival di Villa Adriana a Tivoli, è una simbiosi tra danza, teatro, musica e scenografia. Vandekeybus spinge i suoi interpreti alle frontiere della loro immaginazione e delle loro capacità, sempre con stupefacente intensità, poesia e immaginazione.
http://www.teatroarcimboldi.it/



25 novembre - 07 dicembre Teatro i
IN UN LUOGO IMPRECISATO
di Giorgio Manganelli
regia Renzo Martinelli
produzione Teatro I

In un luogo imprecisato di Giorgio Manganelli, appena ripubblicato nella raccolta “Tragedie da leggere” dalla casa editrice Bompiani, è un testo a più voci nel quale la suggestione sonora e vocale è la vera protagonista. Per questo, quale vero “campo di battaglia” della parola, un artista del calibro di Carmelo Bene decise di affrontarlo in forma di radiodramma, trasmesso da Radiorai nel 1974, insieme a Lidya Mancinelli. La pièce è ambientata, appunto, in questo “luogo imprecisato”: uno spazio che potrebbe essere allo stesso tempo interno ed esterno, stanza di ospedale o dormitorio, castello o baracca, abitato da protagonisti loro stessi inconsapevoli di dove si trovino. Le suggestioni sonore animano il corpo dello spettacolo ed accompagnano la fruizione del testo per tutta la sua durata. Nell’infinita varietà di spazi in cui potrebbe essere realizzato, viene scelta la costruzione di un’ambientazione sonora (potenziata naturalmente da una scenografia nata per l’occasione) che diventi vero e proprio edificio scenico, nella quale lo spettatore possa sentirsi di volta in volta vero protagonista o semplice testimone dell’atto teatrale