In
una foresta due ragazze corrono impaurite. Dietro di loro
un uomo le insegue gridando. Senza volere le giovani cadono
in una buca e, inaspettatamente, anche l’inseguitore
viene bloccato da una trappola: rimane appeso per aria da
un laccio. Cosa succede?
Questo è l’inizio di Severance,
pellicola a cavallo tra l’horror, lo splatter e l’umorismo
macabro, diretta da Christopher Smith, sceneggiatore e regista
di Creep con Franca Potente.
Pochi frame e il film ha inizio: sette rappresentanti della
Palisade (multinazionale produttrice d’armi sofisticate,
da utilizzare nella lotta al terrorismo) sono in Ungheria
per un week end di lavoro in una villa dove ad attenderli
c’è il capo. L’accogliente dimora sarà
però raggiunta solo alla fine della “vacanza”.
Prima il gruppo si accampa nella casa sbagliata, una vera
stamberga piena di misteri. Nulla andrà come previsto,
ma da copione splatter.
Tra battute e momenti più o meno coinvolgenti, si paleseranno
le tipiche scene di accoltellamenti, sparatorie, teste mozzate
e gambe amputate.
Un classico del genere, senza troppe innovazioni rimarchevoli
(se ne trovano di più nel film di Gabriele Albanesi
Il bosco fuori), ma con un
po’ di facile umorismo e una vena polemica sul versante
politico, che regala un pizzico di attualità alla pellicola.
[valentina venturi]