Quel treno per Yuma
3:10 to Yuma
Regia
James Mangold
Sceneggiatura
Halsted Welles, Michael Brandt, Derek Haas
Fotografia
Phedon Papamichael
Montaggio
Michael McCusker
Scenografia
Andrew Menzies
Costumi
Arianne Phillips
Musica
Marco Beltrami
Interpreti
Christian Bale, Russell Crowe, Peter Fonda, Ben Foster,
Gretchen Mol, Vinessa Shaw, Logan Lerman
Produzione
Lionsgate, Tree Line Film
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
western
Durata
117'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
19-10-2007
Giudizio
Media

Folgorato a diciassette anni dal capolavoro claustrofobico di Delmer Daves, James Mangold ha impiegato molte energie e molti anni prima di convincere Hollywood a realizzarne un adattamento. Rifiutato dalla Sony nonostante l'oscar come migliore attrice a Reese Whiterspoon per il film su Johnny Cash, Quando l'amore brucia l'anima, perché un western è considerato un genere morto e sepolto che non ha più niente da dire al pubblico del weekend, il progetto viene sponsorizzato da Cathy Conrad, produttrice e moglie di Mangold e grazie all'interesse della Lionsgate ne vede finalmente la luce. Benchè Quel treno per Yuma sia a basso budget i divi, da Russell Crowe a Christian Bale fino al redivivo Peter Fonda non mancano e sullo schermo l'azione e le esplosioni si susseguono senza un attimo di respiro.
La Guerra Civile, mito di fondazione dell'identità americana, è ormai un lontano ricordo e nordisti e sudisti si ritrovano a convivere insieme e a costruire dal nulla un intero paese. La siccità ha piegato le speranze e le volontà di un reduce, ex tiratore scelto, Dan Evans che nella terra ha investito i sogni e le speranze di rifarsi una vita. Ma soprattutto deve guadagnarsi il rispetto della famiglia, di una moglie trascurata e di un figlio quattordicenne deluso. Dan Evans si porta dietro il marchio indelebile del suo fallimento, una gamba ferita che lo costringe a zoppicare e ad apparire come debole e insicuro. Deve fronteggiare oltre alla scarsezza d'acqua anche un proprietario terriero sadico che gli ha deviato il corso del fiume e che gli ha bruciato le stalle dei cavalli. Dan è a un punto morto della sua esistenza. Ma non si dà per vinto e quando sul suo passaggio gli capita il temibile bandito Ben Wade coglierà al volo l'occasione di una vita per riscattarsi e riconquistare la dignità di uomo.
Interpretato da un Russell Crowe in stato di grazia, Dan è la nemesi del contadino squattrinato. Ben invece guida una banda sanguinaria che assalta i treni e rapina le diligenze scortate dai Pinkerton. Ha un paio di vezzi che fanno di lui uno dei grandi villain dell'immaginario di tutti i tempi. Prima di fare un colpo e scatenare tutta la sua violenza disegna con minuzie di particolari piccoli uccellini che si posano sui rami degli alberi. Sul calcio della pistola ha inciso un pacchiano crocifisso d'oro e cita interi brani della Bibbia per articolare meglio i suoi discorsi. E' crudele ma ha fascino. Ottiene massimo rispetto alzando semplicemente il sopracciglio e le sue ragioni sono immediatamente condivisibili. La sua visione del mondo è perversa ma ogni giorno il mondo non fa niente per smentirlo. Per lui gli uomini sono corrotti, nessuno resiste al fascino del male e chiunque si può comprare con un po' di denaro o uccidere perché più debole nella scala sociale. Nessuno si salva, dall'ultimo dei contadini fino al Presidente. E gli sceriffi non sono da meno. Durante il viaggio prima di arrivare alla stazione da cui partirà il treno per Yuma, gli uomini che hanno il compito di scortarlo devono evitare di parlarci.
E' l'incarnazione del diavolo. Mellifluo e seducente, non rappresenta una minaccia a prima vista. Ammanettato è impedito nei movimenti tranne che nella lingua. Come il serpente che induce al male, anche Ben imbavaglia i suoi carcerieri con la sola capacità della parola. Perché la prima proprietà del linguaggio è la menzogna, la dissimulazione. E mentire vuol dire uccidere. Ogni scena di dialogo è costruita su questo schema. Prima che si avvicini ad ognuno di loro, qualcuno lo mette sull'avviso "Non ascoltarlo". Ben apre la bocca, l'altro lo ascolta e fatalmente ne muore. Di fronte a una leggenda del genere Evans dovrà lottare parecchio per sostenere la sua causa, basata sull'onestà e sulle buone intenzioni.
Tratto da un racconto di Elmore Leonard pubblicato per la prima volta su Dime Western Magazine (omaggiato fin dal primo fotogramma) Quel treno per Yuma è un concentrato di epica, personaggi forti e carismatici, violenza e sarcasmo spietato.
Affidato alle cure della coppia Michael Brandt e Derek Haas, autori di 2 Fast 2 Furious, il remake lascia sbalorditi per la potenza della trama e dei colpi di scena. Non c'è un momento morto e quel mondo di cowboy e banditi fascinosi è reso con una credibilità unica. Gran parte del merito è dovuto a Elmore Leonard, al suo spirito caustico, di chi sta dalla parte dei losers, di chi ha non ha niente da perdere, di chi scommette tutto sul cavallo sbagliato, sul pugile suonato, sulla mano sfortunata.
Eppure ne esce con un sorriso sulle labbra e spolverandosi le spalle della giacca con un gesto della mano. Mangold conosce i duri, sa rappresentarli nei loro tic, nelle loro nevrosi, trasforma un noir in un western (Copland) e un western in un noir.
Ma Mangold si pone anche come un grande direttore di attori. Sono tutti azzeccati, Christian Bale non è più odioso come nella saga di Batman, Russell Crowe è un degno erede di quella schiera di attori del cinema classico di Hollywood come Glenn Ford o James Cagney e Peter Fonda è un cacciatore di taglie più feroce dei banditi che deve acciuffare. Ma la vera sorpresa è Ben Foster, uno schizzatissimo Charlie Prince ossessionato dal suo capo, Ben Wade, per il quale prova un'attrazione morbosa ai limiti dell'omosessualità.
[matteo cafiero]