Russell Crowe
[dichiarazioni raccolte da matteo cafiero]

Per l'anteprima stampa di Quel treno per Yuma l'agenzia Lucherini e Spinola ha organizzato le cose in grande. Dal cinema Fiamma dove è stato proiettato il film, all'Hotel Excelsior dove è previsto l'incontro con il divo Russell Crowe l'ufficio stampa ha messo a disposizione per lo spostamento dei giornalisti un intero pullmann. Per chi non conoscesse Roma e la sua intricata topografia, si tratta di un tragitto di poco più di cento metri. L'offerta è talmente paradossale che qualcuno in sala si preoccupa che non si tratti dell'Hotel Excelsior di Fiumicino. Sono i giorni della Festa del Cinema e Via Veneto approfitta di ogni pretesto per tornare ai fasti della Dolce Vita.
Icommercianti tappezzano la strada e le vetrine di foto d'epoca, i flash dei fotografi e gli obiettivi degli operatori scattano a raffica per un volto appena conosciuto e in tutta questa messinscena bisogna ricorrere a un antidivo come Russell Crowe per avere anche noi il nostro briciolo di Hollywood.
Russell Crowe viene dalla periferia dell'impero cinematografico. Neozelandese ruvido e irresistibile ha sconvolto l'immaginario del pubblico fin dal primo sguardo con cui si apre L.A. Confidential. Le cronache ci consegnano le scintille tra l'attore esordiente e il grande scrittore Ellroy che col suo romanzo aveva ispirato il film di Curtis Hanson. Ellroy gli vieta la bottiglia e da allora i giornali di gossip spacciate per bibbie dello spettacolo ritraggono Crowe come un attore violento e dipendente dall'alcol. Il suo carisma però è di tale proporzioni che infila un successo dietro l'altro. I sodalizi con Michael Mann prima (Insider-Dietro la Verità) e soprattutto con Ridley Scott poi danno vita a personaggi memorabili che conquistano le platee di tutto il mondo. Scott lo dirige nel Gladiatore ed è subito oscar.

Per interpretare il bandito Ben Wade ha collaborato attivamente col costumista scegliendo di persona l'abbigliamento. In che modo questo l'ha aiutata a creare il personaggio?
Non sappiamo niente di Ben Wade, del suo passato o del suo futuro. Ha solo un sacco di soldi e il sogno di aprire una fazenda oltre il fiume, da qualche parte. Viaggia leggero, porta un solo cambio, che gli permette di adattarsi sia in città che in campagna. Ben indossa materiali di una certa qualità, usa degli inserti di pelle per cavalcare, in questo modo i pantaloni non gli si consumano e possono durare per giorni. Il mio personaggio è vincente, ha successo e questo si riflette nei vestiti. Ha un crocifisso d'oro massiccio nel calcio della pistola e questo dimostra la sua disponibilità economica. Che io abbia scelto un cappello diverso da quelli classici ha provocato costernazione nel set. Il cappello doveva essere nero per rispettare la tradizionale dicotomia tra buoni e cattivi nel cinema western. Il buono indossa il cappello bianco e il cattivo quello nero. Ma non ho usato un cappello da cowboy, a larghe tese. Ho preferito un cappello che andasse bene anche in città, perché Ben Wade un momento prima dà l'assalto alla diligenza e un momento dopo è seduto al tavolo da gioco e non può cambiarsi un cappello così velocemente. Oltre a essere pratico, tutto ciò rende bene la dualità del personaggio.

A quale cowboy del cinema classico western di Hollywood ha fatto riferimento?
I western americani non mi piacciono tanto, l'etica è semplice e semplicista. Non ho tratto nessuna ispirazione dal western tradizionale. Quelli di Sergio Leone o quelli australiani mi piacciono di più, sono sicuramente più ironici. Ho creato il mio personaggio senza farmi condizionare dai precedenti. Non capiamo se Ben Wade è veramente cattivo fino agli ultimi due minuti del film, non ci rendiamo conto quanto sia veramente cattivo, crudele o spietato, vediamo la paura negli altri ogni volta che parlano di lui, delle sue gesta, ogni volta che sentiamo parlare di lui. Sappiamo che se gli portano via il cavallo lui la prenderà molto male e sarà particolarmente vendicativo.

Quanto è stato condizionato dal confronto con Glenn Ford che interpretava Ben Wade nella versione originale del 1957?
No, in realtà non mi sono lasciato influenzare dal film di Delmer Daves, né da Glenn Ford. Basta guardare com'era Quel treno per Yuma, era ambientato in una sola stanza, era un western abbastanza dimesso, non tanto spettacolare, molto intimo, che limitava l'azione e puntava tutto sui dialoghi. Noi invece abbiamo voluto mostrare il viaggio fino alla stazione di Considine. Non credo che l'originale fosse un classico. La cosa migliore era il dialogo, e con il dialogo hai una base di partenza molto forte, qui il rapporto tra i due personaggi è più sviluppato, hai modo di seguire la loro evoluzione per tutta la durata del viaggio. Non senti solo raccontare quello che è successo, ma lo vedi con i tuoi occhi. Vedi Ben Wade in azione, vedi quando uccide e tutto questo alza la posta in gioco, non è semplicemente una leggenda, qualcuno di cui senti parlare.

Nel nuovo film di Ridley Scott American Gangster interpreta invece un personaggio positivo, un poliziotto e non il classico cattivo. Come si è sentito a passare dalla parte della giustizia?
Non sono d'accordo. Richie (Richie Roberts è il detective che dà la caccia al boss dell'eroina Denzel Washington ndr) non è tanto corretto, magari non ruba ma fa altro, come non tenere la bocca e la patta chiusa. Quello che mi affascina sono gli esseri umani, mi piace scoprire quanto siano contorti, imprevedibili, ed è questo il lato del mio mestiere che mi piace di più.

Quali sono le cose buone di cui ha preso l'abitudine da quando ha messo su famiglia?
Non sono proprio il tipo di persona che usa i figli per apparire più buono. Anche se qualche volta ho delle cattive abitudini mi considero una brava persona e lo sono indipendentemente dal fatto che ho una famiglia o meno.

Non pensa che il rapporto tra Ben Wade e Dan Evans, interpretato da Christian Bale sia una versione della Sindrome di Stoccolma?
Mah non saprei... La sensazione che io ho... quello che penso è che Wade non abbia problemi con Evans. Evans non gli ha fatto niente. Lo inquadra fin dall'inizio, non è per lui un ostacolo, non vuole che finisca male, anzi vuole che guadagni il rispetto della famiglia e dei figli. Quel treno per Yuma non è un film fatto dagli studios, è costato relativamente poco, la cosa importante è che è un remake, e anche se non è una storia originale, il film è completamente diverso, rispetta i gusti del pubblico di oggi. Il personaggio di Bale poi ha un'evoluzione molto articolata, cosa che non accade nelle ultime produzioni. Se ci pensiamo qual è l'ultimo western di un certo livello? Maverick forse? Comunque per quanto ci siamo allontanati dal modello originale, ci sono degli elementi in comune. Abbiamo voluto mantenere le regole del genere, il tema della nuova frontiera o l'apertura al progresso rappresentato dall'arrivo della ferrovia...

 
| quel treno per yuma |