Nicola,
promettente poliziotto pugliese con un passato da Don Giovanni,
ha deciso di mettere la testa a posto e di sposare l'incantevole
figlia dell'Ambasciatore indiano. C'è solo un problema:
come farà Sabino, un contadino alla vecchia maniera,
ad accettare che il figlio si sposi con rito Indù?
Nel frattempo, Salvatore e Chiara, due giovani precari senza
una lira e con un figlio in arrivo, mettono a punto un piano
per organizzare un matrimonio a costo zero: far imbucare i
loro 72 invitati alle nozze dell’avvenente soubrette
Sabrina e di Attilio Panecci, magnate della finanza. Ancora
non sanno però che anche qualcun altro ha deciso di
"imbucarsi" al matrimonio del secolo…. E'
Fabio Di Caio, PM romano che indaga da tempo sui loschi traffici
di Panecci mentre cerca di dissuadere il suo anziano padre
dallo sposare la sua nuova fiamma, una massaggiatrice poco
più che ventenne.
Luca Lucini (Amore,
bugie e calcetto, Solo un
padre, Tre metri sopra il cielo) dopo un passato
nel mondo dei videoclip e della pubblicità, si riconferma
un regista capace di giostrarsi nel cinema e nella commedia
in particolare, con consumato mestiere. Le sue opere non sempre
riescono con il buco, vedi questa, ma non si può negare
professionalità, senso del ritmo, buona direzione degli
attori.
In questo ultimo lavoro, si cimenta con la commedia italiana
ad episodi, sebbene tra loro intrecciati, raccontandoci attarverso
le storie di 4 matrimoni, l'Italia multietnica, burina, cafona,
ignorante di oggi.
Lo fa attarverso la lente deformate della macchietta, della
recitazione volutamente sopra le righe, di una messa in scena
urlata che affatica lo spettatore e strappa poche risate rispetto
al suo potenziale. Piace rivedere, in un ruolo più
leggero il Libanese di Romanzo Criminale Serial Tv Francesco
Montanari (segnatevi questo nome), come la coppia Bandiera-Ragonese
nell'episodio per noi più riuscito. Condito dai camei
di Renato Pozzetto, Lunetta Savino e Michele Placido, Oggi
Sposi regala momenti sublimi (vedi il ballo finale)
a momenti di fiacca e ripetitività che rendono la pellicola
discontinua ed a tratti noiosetta. [fabio
melandri]
fuori concorso