Amore, bugie e calcetto
id.
Regia
Luca Lucini
Sceneggiatura
Fabio Bonifacci
Fotografia
Manfredo Archinto
Montaggio
Fabrizio Rossetti
Scenografia
Marco Belluzzi
Costumi
Sabina Maglia
Musica
Giuliano Taviani
Interpreti
Claudio Bisio, Filippo Nigro, Claudia Pandolfi, Andrea De Rosa, Chiara Mastalli, Max Mazzotta,
Andrea Bosca, Marina Rocco, Pietro Sermonti, Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro
Produzione
Cattleya
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
115'
Distribuzione
Warner Bros Italia
Uscita
04-04-2008
Giudizio
Media

A come amore: quello di Vitttorio (Claudio Bisio), ragazzo cinquantenne per il proprio lavoro, per la giovane amante e forse per l’ex moglie; di Lele per la moglie Silvia (Claudia Pandolfi) all’interno di un matrimonio che non funziona più come una volta; di Piero, ossessionato da una pianificazione asfissiante della vita, per la fidanzata Martina.
B come bugie: quelle che racconta e che raccontano a Vittorio, con un’azienda sull’orlo del fallimento a causa di cattivi consigli da presunti amici; quelle di Martina per una gravidanza inaspettata; quelle di Adam, figlio di Vittorio, per un’amicizia da proteggere a tutti i costi.
C come calcetto: Vittorio il condor con il gol come vocazione, Lele il mediano generoso, Adam il portiere che vive in difesa la sua vita, Piero con l’ossessione per gli schemi manco fosse Zeman, Filippo il consulente rampante, cinico e senza pietà, che punta alle caviglie e poi tende la mano dicendo “scusa volevo prendere la palla”, Venezia l’operaio con il debole per il dribbling alla Bruno Conti, Mina il giornalista divorziato ed ex giocatore tabagista e noto per le punizioni devastanti di cui è capace.
Sette maschi fuggono dalle loro pressanti mansioni quotidiane per godersi un’ora di battaglia primordiale. Sono i componenti di una squadra amatoriale di calcetto. Grazie a questa storia le donne potranno finalmente capire il perché e sbirciare nei segreti di uno spogliatoio, per scoprire che anche lì, in fondo, sono loro a dettare le regole. Infatti, seguendo il detto “in campo come nella vita”, il destino della squadra segue di pari passo le avventure sentimentali dei nostri protagonisti. Tanto che il Mister, più che di schemi dovrà occuparsi di cuori.
Ciascuno di loro ha del talento e dei punti deboli e vive di improvvise illuminazioni e facili errori. Si scontrano, si rincorrono, si divertono, si consolano e il calcetto è sempre lì. Irrinunciabile, come l’amore.
Film corale per Luca Lucini, alla sua terza prova cinematografica dopo 3 metri sopra il cielo e L’uomo perfetto, in cui 5 storie si incontrano, scontrano, intrecciano in un groviglio fatto di amori, delusioni, affetti, incomprensioni, bischerate e partite di pallone che svelano un universo di personaggi ben delineati nei caratteri e nelle psicologie che divertono, commuovono, seducono e fanno riflettere.
Un cast eterogeneo e ben assortito ci accompagna all’interno delle storie che nelle loro diverse coloriture convergono in modo omogeneo in quel punto centrale che sono le partite di pallone in cui gli snodi narrativi si formano, maturano per poi dipanarsi nelle più svariate direzioni.
Claudio Bisio dimostra di aver raggiunto una maturità recitativa che lo pone come uno dei più versatili attori del panorama italiano; Filippo Nigro nel ruolo di Lele che per la famiglia abbandona il lavoro per cimentarsi nel ruolo di casalingo, disegna un personaggio sfaccettato e commuovente; Giuseppe Battiston, nel ruolo di Mina e di saggio e narratore delle vicende umane colora il proprio personaggio di venature malinconiche che lo rendono difficile da dimenticare.
Tra le donne Claudia Pandolfi, finalmente in un ruolo leggero, mostra una verve che dovrebbe essere maggiormente sfruttata dai registi di casa nostra mentre Angela Finocchiaro, lontano dai ruoli “piaciosi” in cui era stata rilegata recentemente, mostra una leggerezza che contamina l’intera pellicola.
Non siamo di fornte ad un capolavoro, ma davanti ad una commedia onesta, divertente, ben girata e recitata, in cui ognuno di noi può ritrovare un pizzico di se stesso, tra molte risate e qualche lacrima. [fabio melandri]