“I
sogni sono desideri di felicità…”
Ma di cosa sono fatti i sogni? Amori, relazioni, emozioni
e tutte le altre cose che finiscono in -zioni. Aggiungete
le reminescenze della giornata, i ricordi del passato e un
pizzico di canzoni che hai sentito durante la giornata. Completate
il tutto con un pizzico di speranza per il futuro… e
la pozione è pronta.
Questa è la ricetta che cucina Stephane (Gael García
Bernal) all’interno del suo magico universo in cui è
solito ritirarsi e coltivare le passioni contro un mondo grigio,
castrato da un lavoro ripetitivo che riduce l’uomo a
semplice ingranaggio di una catena produttiva, come in Tempi
Moderni di Chaplin, qui una tipografia che produce
calendari.
Come in un film di Tim Burton in cui il “mondo altro”
– la fabbrica di cioccolato
di Willy Wolka, il mondo dei morti di Nightmare’s
Before Christmas e La
sposa cadavere, quello dei freak di Big
Fish – è più colorato, gioioso,
divertente, interessante di quello reale, il meraviglioso
mondo di Stephane è un territorio fertile in cui i
semi della creatività, dell’amore, di una vita
bohemiene crescono rigogliosi dando origine a frutti straordinari.
Un territorio in cui l’amore provato nei confronti della
sua vicina di casa Stephanie (Charlotte Gainsbourg) si colora
di pupazzi di pezza animati, dove anche le cose più
incredibili – una foresta contenuta all’interno
di un barca – sono possibili; dove tessuti morti come
la stoffa, la plastica, il cotone, il legno prendono vita
creando un mondo in cui ognuno di noi vorrebbe perdersi e
non risvegliarsi più.
Un mondo partorito dalla mente di Michel Gondry, il geniale
autore di Eternal Sunshine of the Spotless
Mind (scusate se evitiamo il penoso titolo italiano
che per la cronaca è comunque Se
mi lasci ti cancello) e realizzatore di videoclip per
Björk, Massive Attack, Chemical Brothers, Beck, Lenny
Kravitz, Gary Jules, che per l’occasione si è
avvalso di animazioni omaggiando la scuola praghese e russa
in particolare.
Un viaggio 'a cavallo' di una realtà contaminata dal
principio surrealista del piacere contro un mondo onirico
continuamente minacciato dal principio di realtà logica
che cerca di imporsi. Una commistione che ci accompagna per
l’intera pellicola, in cui i confini ed i limiti tra
i due mondi/universi/concetti si combattono senza esclusione
di colpi in un caleidoscopio gioco di rimandi e contraddizioni
che rendono questa pellicola una delle sorprese migliori di
questa stagione cinematografica.
Un film capace di spiazzarci con la sua ricchezza visiva e
creativa, in cui i due protagonisti Gael García Bernal
e Charlotte Gainsbourg riescono a rendere plausibili e verosimili
anche le inverosmiglianze più conclamate. Una delle
storie d'amore più toccanti ed a suo modo strazianti.
E se nell’eterna lotta tra sogno e realtà quest’ultima
riusce quasi semrpe ad avere la meglio, quanto è dolce
lasciarsi cullare dai desideri… al cinema come nella
realtà. Abbinato al film il cortometraggio Un
sogno dimenticato di Sergio Aussello, vincitore del
premio DreaminAction,
iniziativa riservata agli studenti delle scuole di cinema
ed arti visive italiane, nata nell'ambito del progetto Play
the Lab grazie alla collaborazione tra Nokia Nseries e Mikado.
[fabio melandri]
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