Il segreto di Esma
Grbavica
Regia
Jasmila Zbanic
Sceneggiatura
Jasmila Zbanic
Fotografia
Christine A. Maier
Montaggio
Niki Mossböck
Scenografia
Kemal Hrustanovic
Costumi
Lejla Hodzic
Musica
Enes Zlatar
Produzione
Coop99, Deblokada,
Noirfilm, Jadran Film
Interpreti
Mirjana Karanovic, Luna Mijovic, Dejan Acimovic, Jasna Beri,
Ermin Bravo, Bogdan Diklic, Nada Djurevska, Leon Lucev
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
Austria, Bosnia-Herzegovina, Germania
Durata
95'
Distribuzione
Istituto Luce
Uscita
27-10-06

20.000 le donne violentate durante la guerra civile che infiammò i Balcani tra il 1992 ed il 1995. Ma sicuramente il numero reale è molto, troppo più alto. Donne che poi scelsero di abortire, o abbandonare, o allevare con amore inviolato, il frutto di quella violenza. Donne stuprate che ancora oggi a fatica vengono riconosciute vittime civili di guerra; donne costrette a vivere nella paura di imbattersi nel proprio carnefice, che vive tranquillo la propria vitacome se nulla fosse successo; donne che si aggirano come anime dannate per le strade di Sarajevo, città martire e capitale della Bosnia-Erzegovina, a Grbavica, quartiere periferico della capitale dove vive, ma meglio sarebbe dire sopravvive, Esma.
Esma ha una figlia di 12 anni, Sara, cresciuta con il mito paterno del martire di guerra, ma in realtà frutto della violenza di un “cetnico” – come vengono definiti in maniera dispregiativa i serbi in Bosnia -. Ma se da un gesto di violenza può nascere un gesto di amore, se da odio, disgusto e disperazione può nascere speranza, l’uomo dopo tanta barbarie riacquista un “minimo” di umanità.
Umanità che pervade la vita di Esma, una misuratissima Mirjana Karanovic (attrice serba), nella sua lotta contro gli incubi di un passato troppo recente che emerge per via traverse come cicatrici sul corpo o il terrore che riempie gli occhi della donna in più di un occasione, non capendone il motivo all’inizio ma intuendone la dimensione in seguito. Una lotta contro una verità a cui la figlia in modo drammatico vuole giungere e verso cui la madre tende di proteggere. Ma per sapere dove andiamo, bisogna sapere da dove veniamo, e lo svelamento del “segreto di Esma” sarà inevitabile ed in qualche modo catartico.
Il tema è importante ed affrontato in maniera volutamente anti-spettacolare ed anti-emozionale. Ma è soprattutto in questa seconda affermazione che risiede l’incompiutezza dell’opera. Il film infatti risulta freddo, asettico, incapace di coinvolgere emotivamente lo spettatore puntando molto sul non detto quando un minimo di esplicitazione sarebbe stato necessario per aggirare alcuni passaggi risultanti ermetico e poco comprensivi.
Dice la regista Jasmila Zbanic, presente a Roma per accompagnare l’uscita del film, vincitore dell’Orso d’Oro all’ultimo Festival del Cinema di Berlino: “Ho iniziato a pensare alla storia quando ebbi il mio primo figlio. Rimasi molto colpita dalla violenza che si scatenò in Bosnia dopo il 1992. Mio figlio mi ha cambiato letteralmente la vita ed ho iniziato a pensare come dovevano sentirsi quelle donne che avevano avuto figli non desideravano. Volevo trovare un modo per superare questi momenti di violenza. Quello che è stato distrutto non poteva che essere ricostruito che con un gesto di amore. Un amore molto complesso, multidirezionale, sporco ma capace di coinvolgere diverse sfere ed ambiti affettivi.
Il film esce “patrocinato” da Amnesty International, che da alcuni anni accompagna pellicole che hanno come punto focale i diritti umani (da Hotel Rwanda a Paradise Now, da La vita segreta delle parole a Water, sino a The Road To Guantanamo) e parte da qui la sua corsa verso la nomination al Premio Oscar. Il film è il candidato ufficiale della Bosnia Erzegovina, in un percorso dove l’importante non è vincere ma partecipare, augurandoci che la sua eventuale partecipazione alla notte degli Oscar smuova le distribuzioni e permetta la sua diffusione anche in Serbia, paese dove è stato fortemente boicottato.
[fabio melandri]


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