Grindhouse - Planet Terror
id.
Regia
Robert Rodriguez
Sceneggiatura
Robert Rodriguez
Fotografia
Robert Rodriguez
Montaggio
Robert Rodriguez, Sally Menke
Scenografia
Steve Joyner, Caylah Eddleblute
Costumi
Nina Proctor
Musica
Robert Rodriguez
Interpreti
Rose McGowan, Marley Shelton, Freddy Rodriguez, Josh Brolin, Jeff Fahey, Michael Biehn,
Naveen Andrews, Stacy Ferguson, Tom Savini, Quentin Tarantino, Bruce Willis
Produzione
Rodriguez International Pictures, Troublemaker Studios
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
horror
Durata
104'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
28-09-2007
Giudizio
Media

Secondo e conclusivo episodio del doppio film (solo in America) Grindhouse, Planet Terror è un omaggio al cinema horror d’altri tempi, il genere contaminato dalla fantascienza Anni Cinquanta in piena guerra fredda, in cui l’altro, l’estraneo, il diverso era la traslazione cinematografica del grande nemico rosso.
In pieno 2007 il peso politico svanisce completamente, rimanendo un corpo vuoto, un giocattolo di plastica con cui dilettare i palati meno sopraffini ed accendere i ricordi dei più nostalgici. La trama è tanto semplice quanto pretestuosa. Durante il turno di notte in ospedale una coppia di medici formata da William e Dakota Block (Josh Brolin e Marley Shelton) si ritrovano invasi da una folla di persone coperte da piaghe cancrenose e con uno sguardo sospettosamento vacuo negli occhi. Tra questi c’è anche Cherry (Rose McGowan), una ballerina che lavora in un locale notturno la quale ha perso una gamba durante un’aggressione lungo la strada. Wray (Freddy Rodriguez), è al suo fianco e la controlla. Pur essendo ferita, Cherry è dispiaciuta per non aver potuto eseguire il suo ultimo numero di ballo. E mentre la folla di invalidi si trasforma in un mucchio di aggressori arrabbiati, Cherry e Wray si mettono alla guida di una squadra di improvvisati guerrieri e si lanciano alla conquista della città, decisi ad andare incontro ad un destino che lascerà milioni di persone infettate, un numero infinito di morti e uno sparuto gruppetto di fortunati sopravvissuti a lottare con tutte le forze per trovare l’ultimo angolo sicuro su Planet Terror.
L’operazione nostalgia per un cinema ed un modo di vedere il cinema che si è andato perduto col tempo parte dal finto trailer che apre il film: Machete. Esilarante! Purtroppo, causa la separazione dei due corpi (Planet Terror e A prova di morte) dalla sua primigenia unità Grindhouse, lo spettatore italiano si perde gli altri due falsi trailer presenti nella versione americana (Don't e Werewolf Women of the SS) ma ci auguriamo recuperabili nel DVD dell’opera. Prosegue con la sporcatura dell’immagine attraverso guasti, rigature e divertenti perdite di rulli che permette al film un salto temporale in avanti ed un facile contenimento di durata del film da parte del regista. Lo spettatore italiano perderà anche alcuni rimandi all’opera di Tarantino presenti in questo capitolo ma coglierà la compresenza di attori utilizzati in A prova di morte nei medesimi (lo sceriffo) o in diversi ruoli (la protagonista del film di Planet Terror compariva nel film di Tarantino in un piccolo ma decisivo ruolo, a voi riconoscerla).
Insomma un film giocattolo e cinefilo che omaggia una cinematografia che va da Zombie a L’alba dei morti viventi, da Terrore dallo spazio profondo a L’invasione degli ultracorpi sino a tutta una serie di film dementi ma di culto targati TROMA.
“Volevo un film che fosse incentrato sui personaggi" commenta Robert Rodriguez, factotum onnipresente del film di cui cura oltre la regia e la sceneggiatura anche fotografia, montaggio, musica e produzione. Conseguenza una serie di personaggi border-line che riempiono di surreale umanità la minuscola ed anonima città del Texas del film: il proprietario di un’azienda ossessionato dal barbecue, uno sceriffo stoico e sospettoso, una ballerina di night trasformatasi in vigilante, una dottoressa dalla mano traballante che brandisce una siringa e che fugge da un marito che la picchia, un eroe misterioso che sfreccia a bordo di una bicicletta tascabile, ed un paio di babysitter gemelle praticamente identiche e psicotiche. In Planet Terror, lo scetticismo non è semplicemente sospeso ma viene annullato. E come nel caso di Sin City, le storie si intrecciano e si mischiano e le circostanze toccano livelli di assurdità sfiorando l’impossibile.
Il risultato finale è però al di sotto delle aspettative e di A prova di morte. Il film è un divertissment che sembra divertire il solo regista che accentua i toni gore e splatter della pellicola – a confronto Dal tramonto all’alba è un film per educande –: corpi disarticolati e smembrati, ossa spezzate, viscere e budella che esplodono sono il menù estetico di un film che punta tutto su forma a discapito di sostanza e contenuto. Rodriguez usa la macchina da presa come fosse un machete su personaggi e materiale filmico, ritrovando in parte della mobilità che aveva tanto colpito nel suo debutto cinematografico El mariachi tanto da porlo all’attenzione della critica internazionale e prima di essere contaminato, nel bene e nel male dal gran ciambellano corrispondente al nome di Quentin Tarantino. Ma ci sentiamo in diritto e dovere di chiedergli qualcosa di più. E’ ora di diventare adulti.
[fabio melandri]