Grindhouse - A prova di morte
Grindhouse - A Death Proof
Regia
Quentin Tarantino
Sceneggiatura
Quentin Tarantino
Fotografia
Quentin Tarantino
Montaggio
Sally Menke
Scenografia
Steve Joyner
Costumi
Nina Proctor
Produzione
A Band Apart, Rodriguez International Pictures, Troublemaker Studios
Interpreti
Kurt Russell, Vanessa Ferlito, Rosario Dawson, Jordan Ladd, Rose McGowan, Sydney Tamia Poitier, Tracie Thoms, Mary Elizabeth Winstead, Zoe Bell
Anno
2007
Genere
horror
Nazione
USA
Durata
127'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
01-06-07

Per la DJ più richiesta di Austin, Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier), il crepuscolo è il momento migliore per rilassarsi in compagnia di due delle sue migliori amiche, Shanna e Arlene (Jordan Ladd e Vanessa Ferlito). Insieme, le tre bellezze si lanciano alla conquista della notte, facendo girare la testa a tutti quelli che incontrano, passando da Guero’s al Texas Chili Parlor. Ma non tutti gli sguardi che attirano sono innocenti: infatti, a seguire di soppiatto ogni loro mossa c’è anche Stuntman Mike (Kurt Russell), uno stagionato e attempato ribelle pieno di cicatrici che sorride con atteggiamento lascivo seduto al volante della sua auto. E mentre le ragazze consumano le loro birre, scorgiamo poco distante il possente e rovente bisonte della strada di Mike … Ma la storia ha la tendenza a reiterarsi anche se il finale non è poi così scontato come Stuntman Mike potrebbe credere e noi con lui.
Tarantino torna al cinema con un’opera gaudiosamente divertente e volutamente demente, omaggio recupero di un cinema, quello che passava nelle sale “grindhouse” fatto di poche parole e molta sostanza, dove la struttura narrativa era volutamente sacrificata alle forte emozioni dovute a personaggi stereotipati che si muovevano in avventure ai limiti dell'assurdo.
Se preso da questo verso A prova di morte, primo capitolo in attesa del secondo spettacolo affidato all’amico/collega Robert Rodriguez (Planet of Terror), è un piccolo gioiellino, senza alcuna pretesa se non quella di donarci un’atmosfera – pellicola graffiata, salti di fotogrammi, intoppi nello scorrimento della pellicola – di un cinema che non c’è più e di cui il nostro si è nutrito avidamente.
Belle ragazze, macchine, un serial killer feroce, miscelato con una regia capace di esaltare ogni minimo dettaglio ed una colonna sonora che di pari passo con le immagini miscelare, alternandoli, materiali assai disomogenei tra di da brani in puro stile Anni Settanta come la ritmica Chick Habit delle April March, o la melodica Baby It’s You delle Smith, al puro R&B come Staggolee di Pacific Gas & Electric a dialoghi estratti dalla pellicola ad omaggi al cinema italiano con due brani del Premio Oscar Ennio Morricone e Pino Donaggio, da tempo attivo anche negli USA e collaboratore in diverse occasioni di Brian De Palma.
Un film a metà in attesa del suo gemello che il regista ci spiega così: “Il film combina il genere splatter e inseguimenti al cardiopalma, il che costituisce un ottimo materiale di partenza. I due elementi sono talmente fusi tra loro che ad un certo punto il film cambia totalmente di genere anche se non saprei dire esattamente in quale momento questo succeda, ma comunque da un certo momento in poi lo spettatore si renderà conto che sta guardando un qualcosa di totalmente diverso da tutto quello che lo ha preceduto. Il tono cambia totalmente e si passa ad un altro film. Lo spettatore sarà talmente preso dai personaggi che non se ne accorgerà, ma nella parte finale si vedrà un film completamente diverso.” Spiazzante, estremo, violento ma assai divertente, purchè si accetti il gioco e le sue regole estreme.
[fabio melandri]

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