Esce la
prima parte del film che Soderbergh ha dedicato alla vita
di Che Guevara (quello delle magliette). Dopo I
diari della motocicletta e prima della fatale spedizione
boliviana, ecco la storia delle battaglie che resero celebre
il Che nel mondo: quelle per la liberazione di Cuba.
D'altra parte la noia della visione ha ostacolato un ponderare
più complesso, sono poco propenso all'eufemismo e la
scialba agiografia cinematografica di Che Guevara non ha,
a livello narratologico, nulla di oggettivo. È un film
celebrativo ben confezionato che non aspira ad essere niente
di più. I fan del Che lo adoreranno e lo vedranno più
e più volte, gli altri eviteranno volentieri, ma nonostante
il tema trattato lo permettesse, il film non si sbilancia
a fare domande e si limita a dare le sue risposte.
La buona regia ed l'eccezionale recitazione di Benicio Del
Toro non bastano comunque a dare dimensione a un film che
non può averne fondato com'è sulla carica emotiva
implicita in un soggetto del genere. Un soggetto che una fetta
di pubblico attendeva da anni di vedere su grande schermo.
Sul problema del biopic mi son già espresso recensendo
W. e questo film sembra avere i problemi
uguali e opposti di quello recensito.
[davide
luppi]