Salma Hayek

[fabio melandri]

Salma Hayek in Chiedi alla polvere

Un metro e sessanta, forse meno, di sex appeal concentrata in un corpo mozzafiato e curve paraboliche. Una voce suadente con il suo inglese colorito da un lieve accento latino. Signori questa è Salma Hayek, una bellissima donna ma anche un'ottima attrice, capace film dopo film di apparire sempre più convincente in ogni sua performance.

In occasione della conferenza stampa di presentazione della sua ultima fatica, ci racconta del suo impegno nel sociale, dei suoi progetti futuri e della sua prima esperienza come regista di videoclip per Prince.

Come è stato accolto il film dagli eredi dello scrittore John Fante?
Abbiamo incontrato prima di girare la vedova di John Fante. Appena ha visto Colin ne è rimasta folgorata, ritenendolo perfetto per il ruolo, quasi flirtando con lui. Non appena ha visto me invece mi ha guardato e mi ha detto: "Ti odio." Camilla infatti è stata una donna molto importante nella vita di John, che lui stesso amò moltissimo tanto da farsi tatuare il suo numero. L'ostilità della vedova nei miei confronti era dovuta al fatto, mi ha spiegato la figlia, che lei ha dovuto convivere a lungo con il fantasma di questa donna.

Quanto l'ha aiutata la sua ironia nel rendere il suo personaggio vero e non melodrammatico? E cosa le è piaciuto del suo personaggio?
Camilla è uno spirito libero, selvaggio. Ama intensamente la vita e non potrebbe se non fosse dotata del senso dell'umorismo. Quello che mi è piaciuto di Camilla è che ha cambiato il modo di vedere la vita da parte di Bandini. Esstono molte donne di questo tipo, muse inconsapevoli per molti uomini che ne hanno modificato il loro modo di porsi nei confronti del mondo.

Lei è messicana e vive in America. Ha subito qualche forma di discriminazione nella sua vita o carriera?
Il razzismo, il classismo, il sessismo sono presenti in tutte le culture in ogni tempo. Negli Anni Trenta non erano viste come cose negative in America, ma assolutamente normali. Basti pensare che nel 1960 in America era difficile per un messicano trovare un appartamento da affittare. Oggi fortunatamente la percezione è cambiata, si avverte che c'è qualcosa di sbagliato in questo.

Sappiamo che lei è molto impegnata con un'associazione contro la violenza domestica.
E' una cosa che mi tocca molto anche se non l'ho vissuta sulla mia pelle. Se in casa vedi la violenza come unica soluzione ai problemi, su grandi scenari vedi la paura, la violenza, la sopraffazione come unica soluzione per risolvere le questioni. Non è un caso che l'89% - 90% della popolazione carceraria americana ha una storia di violenza domestica alle spalle.

All'inizio lei aveva rifiutato il ruolo. Cosa le ha fatto cambiare idea?
Perchè tempo fa non sapvo leggere come ho imparato a fare oggi. La prima volta che lessi il copione non mi aveva trasmesso nulla. Rileggendolo oggi, ho capito molte cose nuove. Questo film è romantico e compicato proprio come lo è l'amore. Questo prima mi era sfuggito ma ritengo che questo sia frutto dell'evoluzione personale di ogni individuo.

Conosceva già i romanzi di John Fante o li ha letti per prepararsi al ruolo?
Non ho una grande familiarità con i lavori di Fante. Lo stesso Towne ci ha consigliato di non leggere i suoi lavori. Il film è molto concentrato sulla relazione tra Arturo e Camilla, sposando un aspetto particolare del romanzo, e mi sono concentrata sul ruolo di Camilla. A fine riprese Colin mi ha regalato la prima edizione del libro e con sorpresa ho trovato una Camilla la cui descrizione deviava molto dalla mia interpretazione.

Paula Wagner (produttrice del film insieme a Tom Cruise ndr) diceva che sia tu che Colin vi siete tagliati il cachet per lavorare insieme a Robert Towne ed a questo film specifico. Come nasce questo desiderio, quasi un'ossessione, per partecipare a questo progetto?
Io ho impiegato 8 anni per realizzare il mio sogno, ovvero Frida. Robert ne ha impiegati ben 30. Ci sono volte in cui si accetta di partecipare ad un film indipendentemente dalla sua resa economica, ma per il piacere di lavorare con un gruppo di persone ad una determinata storia. Quando c'è la passione nel fare un film, i perosnaggi finiscono per rimanerti dentro anche a fine riprese. Se poi aggiungete che Chinatown è uno dei miei film preferiti...

Qual'è il suo rapporto con Los Angeles?
Los Angeles è un personaggio molto importante nel film. La storia è un triangolo d'amore tra Arturo, Camilla e la città. Entrambi devono scegliere se stare insieme tra loro o scegliere Los Angeles. Questa è un personaggio a mio parere scritto molto bene, dove puoi sentire il suo calore, gli odori, la polvere. Oggi questa Los Angeles non esiste più infatti abbiamo dovuto ricostruirne parti in Sud Africa.

E' vero che ha in progetto un film con Robert Altman?
In realtà abbiano due progetti in cantiere, uno dei quali basato completamente sull'improvvisazione per cui non sò se ce lo faranno fare. Ad ogni modo Robert vorrebbe partire con le riprese a Settembre ma io in quel periodo ho già un altro impegno. Ad oggi, se faremo, quando lo faremo, cosa faremo, sono domande che non hanno risposte.

C'è qualcosa che odia del cinema americano?
Difficile rispondere... Dipende... La prevedibilità, le troppe spiegazioni, la manipolazione che ti dice cosa devi pensare e sentire non mi piacciono. Qui non succede nulla di questo anche se forse in questo film la voce fuori campo spiega un po' troppo. Comunque a me il film è piaciuto.

Recentemente negli Stati Uniti gli immigrati clandestini messicani ma con un lavoro regolare, sono scesi in strada rivendicando il diritto di poter vivere liberamente negli Stati Uniti. Lei come si pone nei confronti di questa situzione?
Sono stata una delle poche a schierarmi apertamente dalla loro parte. Una legge che considera criminale una persona solo perchè non ha la carta è sbagliata. Anzi ritengo che sia una legge stupida ed ignorante, cosiderando che in America sono 11 milioni i lavoratori al minimo sindacale (60% edili; 80% agricoltori), lavori che contribuiscono e sostengono l'economia americana.

Lei ha recentemente diretto il videoclip di Prince. Come è nata questa collaborazione?
Avevo realizzato alcuni lavori come regista per la rete televisiva Show Time. Un giorno ricevo la telefonata da parte di Prince chidendomi di realizzare il suo prossimo videoclip. Io in un primo momento capii che lui voleva che apparissi nel video, am in seguito mi ha confermato di volermi come regista. Gli ho detto ok mandami la canzone. Ma ad una condizione. Non voglio essere pagata per il lavoro. Lo farò come un favore. Solo così infatti io potrò farti fare ciò che ho in mente in assoluta libertà. Se mi pagassi potresti anche licenziarmi. Ha accettato le mie condizioni e così è nato il video "Te amo corazon". Ritengo Prince una delle persone con più talento che abbia mai incontrato non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo.

 

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