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SEZIONE
L’ALTRO CINEMA | EXTRA
Festival Internazionale del Film di Roma
III edizione 22|31 ottobre 2008 |
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E' l'area del Festival Internazionale del Film di Roma
in cui si potrà incontrare Al Pacino ma anche
Olivier Assayas, quella in cui Michael Cimino mostrerà
le scene di ballo più belle della storia del
cinema e che vedrà Greenaway, in video, parlare
di Rembrandt.
L'Altro Cinema | EXTRA farà conversare insieme,
di fronte a pubblico e giornalisti, Toni Servillo e
Carlo Verdone, due spettacolari campioni della tradizione
attoriale italiana, e nello stesso tempo chiunque vi
potrà trovare immagini rare e preziose di paesi
lontani: l'Iran, l'Armenia, l'Australia e tanti altri.
Ci saranno le visioni dei giovani talenti dell'animazione
californiana e quelle degli artisti video italiani,
thriller non convenzionali (Martyrs, JCVD) e l'ultimo
restauro della Film Foundation di Scorsese.
È una sezione diversa da quelle tradizionali:
si può entrare in una sala e fare una domanda
a David Cronenberg e successivamente entrare in un’altra
dove riascoltare Bob Marley e Fabrizio De Andrè
sullo schermo. La sua natura lussureggiante e "funky"
(come ha scritto qualcuno sul web) le ha assicurato,
nella scorsa edizione, il successo di stampa e pubblico.
La nuova presidenza di Gian Luigi Rondi ha confermato
questa impostazione e ha dato ampia libertà di
esplorarla e potenziarla. È il motivo per cui
quest'anno, nell'Altro Cinema | EXTRA, oltre alle anteprime
di tendenza, a sorprendenti film di genere, ai documentari
che formano l'unica categoria competitiva (con i premi
CULT ed ENELCUORE), agli incontri e le lezioni di cinema,
ai numerosi omaggi (a Risi, Manfredi, ad Alida Valli
o a un autore/artigiano come Steno, padre dei fratelli
Vanzina), troverete una vetrina di giovani esordienti
romani nel cinema della realtà (Roma Doc). L'idea
dell'Altro Cinema | EXTRA è proprio questa: che
ci siano ancora più cose tra cielo e terra, e
nel cinema, di quelle che il cinema di tutti i giorni
vuole farci credere.
[mario sesti]
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L'ALTRO
CINEMA | EXTRA | film |
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Sia
tra i documentari che tra i film di finzione, quest'anno,
compaiono molti nomi noti (Mingozzi, Assayas, Vinterberg,
Greenaway), molte nazionalità diverse (dall'Iran
all'Australia, dalla Danimarca al Canada, dalla Spagna
alla Repubblica Ceca, dal Belgio all’Argentina)
ed un ampio spettro di cinema selezionato: dal sorprendente
thriller con cui Jean Claude Van Damme si mette in gioco
come attore e personaggio (JCVD), ad un puro esperimento
cinematografico come $9.99 dell'israeliana Tatia Rosenthal,
film d'autore interamente realizzato in stop motion.
$9.99
di Tatia Rosenthal, Australia / Israele, 2008, 74’
Qual è il prezzo per conoscere il senso della
vita? Dave è disposto a spendere poco meno di
dieci dollari. Ma, negli afosi e claustrofobici appartamenti
di Sydney, nessuno sembra disposto a dargli credito.
Attraverso un raffinato lavoro di stop-motion, la regista
Tatia Rosenthal orchestra un dramma esistenziale di
storie intrecciate e parallele, con un cast di doppiatori
d’eccezione tra cui Geoffrey Rush ed Anthony LaPaglia:
dopo un po' lo spettatore dimentica che si tratta di
pupazzi e li segue come attori in carne ed ossa.
Potrebbe diventare quasi una pietra miliare, nel suo
genere, sospeso tra immaginario ineffabile ed aspra
realtà.
Baghead
di Mark Duplass e Jay Duplass, Usa, 2008, 84’
Quattro aspiranti attori, senza lavoro, decidono di
passare il fine settimana nello chalet di uno zio, per
scrivere la sceneggiatura di un thriller che sperano
di poter interpretare per raggiungere il successo.
Mentre sono impegnati nella stesura della storia, le
loro relazioni personali prendono il sopravvento e li
distraggono dall’obiettivo. La situazione si complica
ulteriormente quando una delle ragazze dice di aver
visto un‘inquietante figura con una busta di cartone
sulla faccia proprio nel giardino della loro casa.
Accattivante e originale escursione di commedia e suspence
firmata da due fratelli che molti ritengono personalità
di spicco del cinema indipendente americano.
Cal Arts
AAVV, Usa, 2008, 67’
Cal Arts, ovvero il California Institute of the Arts,
è l’università fortemente voluta
e fondata da Walt Disney nei primi anni Sessanta. In
poco più di quarant’anni è diventata
una delle più importanti scuole di cinema degli
Stati Uniti, con corsi in musica, teatro, danza, arte,
studi storico-critici e, ovviamente, uno sguardo particolare
su tutto quello che è animazione. Ogni anno gli
studenti realizzano un film di diploma.
L’Altro Cinema | EXTRA ha selezionato i migliori
corti d’animazione dei programmi The Producer’s
Show e Experimental Animation Program di quest'anno:
una scorpacciata per gli occhi di adulti e piccini.
L’Heure
d’été
di Olivier Assayas, Francia, 2008, 103'
Durante l’estate, nella loro casa di campagna,
Adrienne, Frédéric e Jérémie,
in compagnia dei loro figli, festeggiano i 75 anni della
madre Hélène Berthier che ha dedicato
la vita all’opera di suo zio, il pittore Paul
Berthier. La morte di Hélène li obbligherà
a confrontarsi con gli ingombranti oggetti del loro
passato, con alcuni segreti fino ad allora scrupolosamente
custoditi ma anche, inevitabilmente, sulla alternanza
continua di intimità e lontananza che segna ogni
individuo e i rapporti con i membri della famiglia d'origine.
Nel finale, sia le generazioni più giovani, con
un party, sia gli oggetti del celebre zio (che finiranno
nel famoso Musée d'Orsay) si congederanno una
volta per sempre dalla vecchia casa.
JCVD
di Mabrouk El Mechri, Francia / Lussemburgo / Belgio,
2008, 93’
Che fine ha fatto Jean-Claude Van Damme, paladino indiscusso
degli action-movie degli anni Ottanta? E cosa pensereste
se il nostro eroe fosse coinvolto in una rapina, diventando
il ricercato numero uno in Belgio?
In questa spiazzante fusione tra un biopic e un mockumentary,
Van Damme – attraverso una robusta prova d’attore
– si mette in gioco raccontando la parabola discendente
della sua carriera: tra assegni scoperti e una separazione
coniugale devastante, JCVD rende conto, con sorprendente
autoironia ed una sapiente familiarità con il
cinema di genere, di cosa vuol dire restare imprigionato
in un personaggio.
Louise-Michel
di Gustave Kervern, Benoît Delépine, Francia,
2008, 90’
Le lavoratrici di una fabbrica francese, una mattina,
hanno una brutta sorpresa: la fabbrica è stata
smantellata durante la notte, i dirigenti sono spariti.
Le operaie vagliano varie ipotesi ma non riescono a
trovare una soluzione vincente. Louise, la più
intraprendente di tutte, decide: ingaggeranno un killer
per uccidere il loro capo! Sono tutte d’accordo,
ora sta a Louise scegliere il migliore, e lei sembra
indirizzarsi verso Michel, più che un killer,
un tuttofare non propriamente infallibile - insieme
a Louise diventeranno una coppia letale e indimenticabile.
Dalla Francia, una black comedy tossica e irresistibile
prodotta da Mathieu Kassovitz.
Martyrs
di Pascal Laugier, Francia / Canada, 2008, 95'
La giovane Lucie, scomparsa da un anno, viene ritrovata
lungo una strada, in stato catatonico, sconvolta e incapace
di ricordare cosa le sia successo. Ma appena il passato
riaffiora, esplode in lei una violenza cieca e devastante.
Da alcuni mesi sui blog specializzati non si parla d’altro:
Martyrs sembra essere il suspense thriller più
atteso dell’anno e il divieto ai minori di 14
anni in Francia (circostanza che non si verificava da
anni) non ha fatto che alimentare la curiosità
degli appassionati del genere. Una tra le pellicole
di maggiore tensione viste sullo schermo da lungo tempo,
con un finale imprevedibile e una riflessione astratta
e solenne, quasi metafisica, sulla violenza.
Il prossimo Tuo
di Anne Riitta Ciccone, Italia / Francia / Finlandia
2008, 124’
Una giovane hostess che ha paura di volare; una pittrice
alle prese con una piccola rom di talento; un reporter,
prigioniero di un trauma di guerra, che non riesce più
a lavorare. Tre storie, in tre diversi paesi europei,
che si intrecciano e, quasi, si parlano, come se l’una
passasse il testimone del proprio malessere all’altra.
Girato in tre paesi differenti (Italia, Francia, Finlandia),
con tre differenti direttori della fotografia, il film
della Ciccone, finlandese da parte di madre, è
un lavoro di musicalità tenue e costante, lieve
ed intenso ad un tempo, che racconta quanto sia complicato
avere a che fare in continuazione con se stessi e con
il proprio passato.
Tres Deseos
di Marcelo Trotta, Vivian Imar, Argentina, 2008, 98’
Pablo e Vittoria vanno al mare a trascorrere un weekend
per festeggiare il compleanno di lei. Sono sposati da
otto anni e il loro matrimonio sta attraversando una
crisi, anche per questo hanno deciso di passare un po’
di tempo insieme lontani da tutto. Dopo l’ennesima
lite tra i due, Pablo va a fare una passeggiata e incontra
Ana, una vecchia fidanzata che ha lasciato dodici anni
prima. E' un incontro, sullo sfondo di spiagge vuote
e interni coloniali, destinato a portare a compimento
il destino della coppia.
Carico di notazioni e sfumature impalpabili, è
la cronaca della fine di un amore, un dolente trio di
personaggi concentrati e solitari.
When a Man Comes
Home / Riunione di famiglia
di Thomas Vinterberg, Danimarca, 2008, 100’
Una pittoresca cittadina è in subbuglio per il
ritorno a casa del grande Karl Kristian Schmidt, cantante
di opera di fama internazionale. Fervono i preparativi
per il suo rientro quando Sebastian, un adolescente
tormentato dalla balbuzie che sta per sposarsi con Claudia,
scopre di essere il figlio segreto del grande Karl e
di essere ancora innamorato di Maria, sua antica fiamma,
improvvisamente riapparsa.
Modulando con maliziosa abilità dramma e commedia,
When a Man Comes Home segna il ritorno in patria, anche
del suo regista, tra i fondatori di Dogma ’95.
Come nel suo capolavoro premio Oscar, Festen, fruga
senza reticenze nelle infinite complicazioni della famiglia
e dei sentimenti.
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L'ALTRO
CINEMA | EXTRA | doc |
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Tra
i documentari, 12 film in anteprima europea o mondiale
che formano la selezione competitiva dei premi CULT
ed ENELCUORE, che lo scorso anno annoverava, fra il
suoi titoli, il premio Oscar® 2008 Taxi to The Dark
Side. Il cinema documentario sembra lavorare o sulla
conoscenza dell'esperienza artistica (la musica, la
danza, la pittura, il cinema) o sulla testimonianza
della diversità (la cecità, la transessualità,
la reclusione).
7
Blind Women Filmakers
di Sara Parto, Shokoofe Davarnejad, Narges Haghighat,
Banafshe Ahmadi, Mahdis Elahi, Naghmeh Afiat e Neda
Haghighat, coordinate da Mohammad Shirvani, Iran, 2008,
116'
Se un regista perdesse improvvisamente l’uso della
vista sarebbe ancora in grado di mostrare il mondo che
ha davanti? E se lo fosse, come potrebbe raccontarlo?
Mohammad Shirvani decide di rispondere a questa domanda
insegnando ad un gruppo di donne cieche il linguaggio
del cinema ed affidando ad ognuna di loro una piccola
videocamera digitale con la quale raccontare la propria
storia. Il risultato è un film straniante e a
tratti drammatico che mentre accumula spaccati rivelatori
e sconosciuti di una intera società, si interroga
sulle potenzialità del cinema come estensione
delle nostre percezioni e strumento di conoscenza.
Bob Marley - Exodus
'77
di Anthony Wall, UK, 2008, 90’
Nel 1977, dopo essere sopravvissuto a un attentato,
Bob Marley è a Londra per incidere il suo capolavoro.
Exodus ‘77 non è solo una straordinaria
testimonianza sulla creazione di uno dei più
importanti album del secolo, ma un viaggio attraverso
il mondo di un artista unico, il cui impatto sulla cultura
contemporanea è stato dirompente. Grazie ad immagini
d’archivio inedite e, talvolta, memorabili, il
regista Anthony Wall racconta, nella durata di un 33
giri, allo stesso tempo, l'itinerario biografico di
Marley, la sua quotidianità e il suo pensiero.
Un appassionante gioco di sovrapposizioni tra parole
e musica, vita e arte.
Effedià – Sulla mia cattiva strada
di Teresa Marchesi, Italia, 2008, 85'
E’ ancora possibile, oggi, progettare un documentario
su Fabrizio De Andrè che faccia breccia nella
proverbiale reticenza di cui si circondava il "Bob
Dylan italiano"? Teresa Marchesi, giornalista televisiva,
è riuscita senza enfasi in questo lavoro attingendo,
in accordo con la famiglia, all’archivio privato
del cantautore. Ne viene fuori un ritratto di profondità
inedita in cui a parlare è soprattutto De Andrè
che racconta la propria esperienza di artista e la sua
biografia con una apertura sconosciuta, tra registrazioni
ancora mai viste di brani dal vivo, apparizioni tv,
e piccole perle come la commozione di Battiato, De Andrè
da giovane che rifà Brassens e Fiorello che improvvisa
Bocca di rosa.
El ultimo truco
di Sigfrid Monleón, Spagna, 2008, 92’
Emilio Ruiz del Rio ha lavorato in più di cinquecento
film con registi come Orson Welles, David Lynch, Richard
Lester, Enzo Castellari, Fernando Trueba and Guillermo
del Toro dando vita, tra gli altri, agli straordinari
effetti speciali di Rapporto Confidenziale, Dune, Conan
il Barbaro, La Nina dei tuoi sogni, Il labirinto del
fauno. Il documentario svela tutti i trucchi usati da
Emilio e i segreti geniali e artigiani della sua arte:
vetri dipinti, specchi, alterazioni ottiche, modellini
mobili (treni, ponti, barche) ma soprattutto quel fascino
irreale del cinema che la perfezione del digitale ha
reso un fantasma.
Farbtest.6
di Gerd Conradt, Germania, 2008, 20’
Decine di persone come tedofori attraversano più
città in tutto il mondo imbracciando una gigantesca
bandiera rossa. La macchina da presa li segue, senza
intervenire, mantenendosi a debita distanza per registrare
unicamente questa corsa nella Storia. La gente intorno
guarda stupita, incapace di comprendere un gesto che
sa di altri tempi. Prosecuzione di un lavoro cominciato
alla fine degli anni sessanta, oggi ha il sapore archeologico
di un rito nobile e scomparso.
Giorgio/Giorgia
(storia di una voce)
di Gianfranco Mingozzi, Italia, 2008, 52’
Giorgia O’Brien (all’anagrafe Giorgio Montana)
è una delle più grandi dive del palcoscenico
italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha una limpida
voce da soprano, ma può toccare anche tutti i
registri di un baritono: così incanta il pubblico
per un trentennio. La storia di un’esistenza all’insegna
della diversità e della sfida ma anche dell'amore,
dell'amicizia, della ricerca. Gianfranco Mingozzi mette
la sua pluriennale esperienza di autore e documentarista
al servizio dell'affresco di una biografia struggente,
barocca e inimitabile.
Gyumri
di Jana Sevcikova, Repubblica Ceca, 2008, 68’
Nel 1988 un terremoto distrusse la cittadina armena
di Gyumri. La stima delle vittime parlò di oltre
70.000 morti, tre quarti dei quali bambini. La popolazione,
sconvolta, reagì compatta alla disperazione,
nel tentativo di ricostruire dalle macerie la vecchia
città distrutta e buona parte di quei genitori
rimasti soli diede alla luce altri figli, spesso chiamandoli
come i defunti, come per sedare un dolore incolmabile.
Un documentario di rara forza, con immagini dolorose
e sconvolgenti e un'atmosfera da film di fantascienza,
da pianeta remoto, dove le nuove generazioni tentano
di sostituirsi ad un passato ormai scomparso.
Life. Support.
Music.
di Eric Daniel Metzgar, Usa, 2008, 79’
Nel 2004, Jason Crigler, un noto chitarrista, viene
colpito da una emorragia cerebrale durante un concerto:
secondo i medici, se dovesse sopravvivere, sarebbe impossibile
per lui tornare a camminare e a parlare. La sua famiglia
e sua moglie, incinta, non si rassegnano. Grazie al
materiale girato dallo staff dell’ospedale assistiamo
piano piano al ritorno alla vita di un musicista, un
marito e ora anche un padre. Nel documentario, che trasforma
questa storia drammatica in un racconto sorprendente
come quello di un film di finzione, oltre ai familiari,
intervengono, tra gli altri, Norah Jones, Marshall Crenshaw,
Teddy Thompson.
Man
on Wire
di James Marsh, UK, 2008, 90’
In un luminoso mattino d’estate del 1974, il funambolo
Philippe Petit camminò per più di un’ora
lungo un cavo d’acciaio steso tra i due grattacieli
più alti del mondo, le Torri Gemelle di New York,
simbolo del progresso e del rinnovato ottimismo occidentale.
Man on Wire è la storia di questa avventura surreale,
progettata da un manipolo di eroici sognatori, figli
del loro tempo. Attraverso il materiale girato durante
la preparazione dell’intricato piano che li porterà
in cima ai palazzi, il film, che ha letteralmente dominato
nel panorama documentario dei migliori festival della
stagione, racconta una parabola epica, una folle utopia
al confine tra il gioco prodigioso, l'atto politico
e la provocazione artistica.
L’ora d’amore
di Andrea Appetito, Christian Carmosino, Italia, 2008,
52’
L’ora d’amore è un film sulla dura
routine della reclusione, dentro e fuori, sulla difficoltà
di mantenere e proteggere le relazioni per chi si trova
dietro le sbarre. Girato per la maggior parte all’interno
del carcere, un luogo in cui ogni passo ha una barriera
ed ogni contatto umano è mediato dal controllo,
il film segue le vicende sentimentali di alcuni reclusi,
il loro rapporto con l’esterno, cercando di cogliere
nei gesti e nelle parole il tentativo di un riscatto
contro la solitudine e la paura. È un punto di
vista che, forse per la prima volta, prende in considerazione
chi, per prossimità di affetti, frequenta regolarmente
la prigione dove vive un congiunto.
Predappio in Luce
di Marco Bertozzi, Italia, 2008, 60’
Predappio è la cittadina romagnola patria di
Mussolini, meta di pellegrinaggi e sede, nel ventennio,
di una trasformazione architettonica che gli ha cambiato
il volto. Il documentario di Bertozzi, docente e filmaker,
ricostruisce attraverso l’uso originale delle
immagini dell’Istituto Luce le fasi della trasformazione
del paese, il suo aspetto attuale e il rapporto dei
suoi abitanti con un’eredità così
impegnativa. Un lavoro di suggestiva archeologia audiovisiva
che utilizza due storici della comunicazione come Pierre
Sorlin e David Forgacs per ricostruire il lavoro dell'immaginario
mediatico e architettonico di un regime.
Rembrandt's J'accuse
di Peter Greenaway, Olanda, 2008, 86’
Dietro al capolavoro di Rembrandt, “La ronda di
notte”, si cela una intricata cospirazione. Il
genio visionario di Peter Greenaway ci accompagna alla
scoperta di cinquanta indizi nascosti nella tela che
svelano vendette, corruzione e giochi di potere nell’Olanda
del XVII secolo: e lo fa col suo stile inconfondibile.
Un ritorno agli antichi fasti dei Misteri del giardino
di Compton House e dei Racconti del cuscino, in cui
il regista britannico fa sfoggio delle sue doti di esegeta
e di cineasta sempre fuori dagli schemi. Un noir imperdibile
sull’arte e la condizione dell’artista,
tanto privilegiata quanto crudele.
Eldorado
- Chorégraphie
di Olivier Assayas, Francia 2008, 41'
Eldorado Création
di Olivier Assayas, Francia, 2008, 90’
Mentre terminava la postproduzione del suo ultimo lungometraggio,
L'Heure d'été, Mk2, società di
produzione e distribuzione francese, insieme alla tv
franco/tedesca Arte, commissionavano ad Olivier Assayas
la realizzazione di un documentario su Eldorado, pièce
nata da una partitura inedita di Karlheinz Stockhausen,
messa in scena nel 2007 da Angelin Preljocaj, coreografo
e ballerino francese di fama
internazionale. Assayas segue e registra integralmente
le prove dello spettacolo, si confronta con coloro che
vi hanno lavorato, interroga Stockhausen e Preljocaj
sulla loro collaborazione. Quello che ne vien fuori
sono due lavori, complementari ma diversi per impostazioni
e finalità. Il primo, Eldorado - Chorégraphie,
è la ripresa dello spettacolo, nella sua integrità:
12 ballerini al ritmo di uno dei più grandi compositori
del secolo filmati come atleti di kung fu. Il secondo,
Eldorado Création, ne ricostruisce, invece, la
genesi e la lavorazione nel tentativo di restituire
il processo creativo che ha visto coinvolta anche la
scenografa e costumista Nicole Tran Ba Vang. L’obiettivo
dichiarato è quello di catturare l’essenza
della creazione artistica in un esperimento che fonde
musica, danza e cinema.
Stolen Art
di Simon Backés, Belgio, 2008, 56’
Nel 1978, a New York, vengono esposti una serie di quadri
dell’artista ceco Pavel Novak. Le opere erano
copie esatte di famosi artisti del passato. Una provocazione,
apparentemente. Ma quando un collezionista afferma che
uno dei quadri esposti non è una copia, ma l’originale
scomparso qualche mese prima da casa sua, interviene
la polizia e Novak scompare. Trent’anni dopo,
il regista Simon Backés intraprende una indagine
sulle tracce degli originali “copiati” da
Novak, il quale assume i contorni di un misterioso falsario,
enigmatico come in un film di Welles. Un giallo irrisolto
sull'idea ambigua di copyright e sul talento artistico.
Theater of War
di John Walter, Usa, 2008, 95’
Nell’estate 2006, al Manhattan’s Public
Theater di New York, è andato in scena "Madre
Coraggio e i suoi figli" di Bertolt Brecht. Aveva
come personaggio principale Meryl Streep (e al suo fianco
Kevin Kline), che per l’occasione si è
presa un anno di vacanza dal grande schermo e per la
prima volta nella sua carriera ha permesso che una troupe
seguisse da vicino il processo creativo di un suo personaggio.
Mentre resoconta, sulla scena, la nascita di un progetto
non comune, e il vissuto dei suoi protagonisti, il film
ci fa rivivere anche alcuni snodi della vita di Brecht,
la sua fuga dai nazisti, i suoi anni in esilio, il pericolo
del maccartismo e il suo ritorno in patria, dove mise
in scena Madre Coraggio.
Walt
& El Grupo
di Theodore Thomas, Usa, 2007, 106’
Nel 1941, Walt Disney e un gruppo selezionato di artisti,
chiamato “El Grupo”, sono in Sudamerica,
in un viaggio promosso dalla politica americana ma anche
per prendere spunti per nuove storie da cui nasceranno
film come Saludos amigos e I tre Caballeros. Il regista,
Ted, è figlio del leggendario animatore Disney,
Frank Thomas, uno dei membri di quel tour. Non solo
ha recuperato straordinari
materiali di archivio inediti, spesso gelosamente custoditi
fino ad oggi anche ai più noti studiosi, ma ha
rifatto quel viaggio, a sessanta anni di distanza, ripercorrendo
tutti i luoghi toccati da “El grupo”
Where in the World
Is Osama Bin Laden?
di Morgan Spurlock, Usa / Francia, 2008, 93’
Dopo il successo planetario di Super Size Me, ritorna
il genio caustico di Morgan Spurlock. Ancora una volta,
il nostro eroe si cimenta in una impresa a dir poco
proibitiva: trovare il ricercato numero uno al mondo.
La caccia a Bin Laden comincia nei “paesi canaglia”
con l’intento di dimostrare l’inconcludenza
di anni di ricerche di CIA ed FBI, per poi trasformarsi
in una riflessione provocatoria sui rapporti tra Stati
Uniti e Medio Oriente post 11 settembre. Una tragicommedia
esilarante in cui Spurlock si getta, anima e corpo,
con l’ingenuità di un novello Candido,
a dorso di cammello.
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