HO LA COSCIENZA DI ESSERE DI STATURA MEDIA, MA SE MI GIRO ATTORNO NON VEDO GIGANTI.
Giulio Andreotti - 1973

Nato a Roma il 14 gennaio 1919, Giulio Andreotti è statista e politico di fama internazionale, uno dei principali esponenti del partito della Democrazia Cristiana. Laureato in Legge, vanta 11 lauree honoris causa, una carriera giornalista ed un’ampia produzione saggistica. Da cinquant’anni al centro della scena politica italiana: sette volte Capo del Governo; otto volte Ministro della Difesa; cinque volte Ministro degli Esteri; due volte Ministro delle Finanze, del Bilancio e dell’Industria; una volta ministro del Tesoro, dell’Interno e delle Politiche Comunitarie.
Dal 1991 senatore a vita.
Ha intrapreso la carriera politica nel corso degli studi universitari di giurisprudenza e, proprio nell’ambito della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, ha conosciuto Aldo Moro, al quale è subentrato nell’incarico di presidente nazionale dal 1942 al 1944.
Eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente e nel 1948 alla Camera dei Deputati, a soli 29 anni. Ha esordito nel 1947 come uomo di governo, diventando sottosegretario alla Presidenza del consiglio nel quarto governo De Gasperi, carica che ha mantenuto sino al 1954. È stato eletto per la prima volta Presidente del Consiglio nel 1972 (è stato il governo più breve della Repubblica: solo 9 giorni) mentre l’ultimo dei suoi sette governi si è concluso nel 1992, dopo poco più di un anno dalla sua nascita. A partire dal 1993 è stato accusato da alcuni pentiti di mafia di essere connivente con Cosa Nostra.
La notizia ha fatto il giro del mondo. Dopo la richiesta di autorizzazione a procedere concessa dal Senato della Repubblica, nel 1996 è iniziato il procedimento giudiziario a suo carico che, senza dubbio, può essere definito il più grande processo per mafia nei confronti di un uomo politico italiano.
Assolto nel 1999 in primo grado “perché il fatto non sussiste”, la sentenza di appello nel 2003 gli ha attribuito «una autentica, stabile ed amichevole disponibilità verso i mafiosi fino alla primavera del 1980», reato poi caduto in prescrizione.
Andreotti è stato inoltre accusato e processato per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli: assolto nel 1999, condannato a 24 anni di reclusione in appello nel 2002, completamente assolto in Cassazione nel 2003.
Giulio Andreotti è stato membro della 3° Commissione Permanente (Affari Esteri, Emigrazione) della Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani ed è membro della Delegazione italiana all’Assemblea parlamentare dell’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Di lui Federico Fellini ha detto “È il guardiano di qualche cosa, uno che debba introdurti in un’altra dimensione, che non si capisce bene”.

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