Mirta è
tornata. Mirta, la dolce e ingenua ragazzina costretta, suo
malgrado, a sopravvivere in un mondo di tenebre che pare non
comprendere, non ha smesso di raccontare la sua storia.
L’avevamo lasciata, alla fine di Non
mi uccidere – il primo volume della trilogia dei
Sopramorti di Chiara Palazzolo – su una macchina, diretta
verso l’ignoto. Robin, l’amore della sua vita, colui
per cui era tornata, pare scomparso. Al suo posto, nella bara
da lei scoperchiata dopo giorni di attesa, solo delle pietre
da fiume. Tuttavia, con la fine del primo libro, è arrivata
la consapevolezza su cui si basa l’incipit di questo secondo
volume: Mirta, ribattezzatasi Luna, non è la sola ad
essere tornata. Prima di lei sono tornate altre persone. Ognuna
di loro per un motivo diverso, ognuna di loro dopo una morte
violenta e una brutta storia. Prima di lei già esistevano
i sopramorti e i loro rivali, i benandanti, che tramano per
porre fine a tutti i ritorni.
Assistita da Sara, sopramorta dalle mille sfaccettature, in
una casa fuori del mondo reale, Mirta/Luna imparerà l’arte
del combattimento, della sopravvivenza e le mille regole che
i sopramorti devono seguire per essere accettati nella loro
stessa comunità. Divisa fra il lacerante amore per Robin,
la fame e la continua voglia di ribellarsi, la protagonista
sarà costretta a venire a patti con se stessa. Il secondo
capitolo della saga di Chiara Palazzolo (Non
mi uccidere – Strappami il
cuore– Ti porterò
nel sangue) conserva le stesse attraenti caratteristiche
del primo volume: godibile, scorrevole, interessante, spietato
e mai banale, oltre che un volume importante del genere Horror
che in Italia, purtroppo, ha poco pubblico. Il mondo dei sopramorti
e le sue dinamiche, le lotte, le regole e i sentimenti dei personaggi
sono resi benissimo, rendendo appassionante anche questo seguito.
Trovo consigliabile continuare la trilogia con questo volume,
anche se, a volte, la storia pare incagliarsi in se stessa,
specie in certi interminabili soliloqui di Mirta/Luna, che rendono
difficoltose alcune parti.
Trattandosi comunque di parti relativamente brevi rispetto al
libro in generale ne consiglio comunque la lettura, sperando
che i lettori riescano a superare anche le parti meno scorrevoli.
Essendo poi la seconda parte di una storia divisa in tre, la
storia incappa nel tipico difetto dei “capitoli di mezzo”:
non ha un vero e proprio inizio, nè una vera e propria
fine, resta a sé senza riuscire ad emergere, aggiungendo
solo pezzi per un quadro di cui non si ha ancora il disegno
completo.
Spero, ad ogni modo, che il lettore voglia continuare a seguire
Mirta/Luna durante la sua tenebrosa avventura, restando col
fiato sospeso per leggere anche l’ultimo capitolo della
storia d’amore più crudele e triste che il panorama
letterario italiano abbia visto negli ultimi anni.
[daniela
montella]
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Non mi uccidere |
Strappami il cuore | Ti
porterò nel sangue |
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Chiara
Palazzolo è nata a Floridia, in provincia di Siracusa,
attualmente vive a Roma. Vincitrice del Premio Teramo
per la narrativa inedita, ha esordito nel 2000 con il
romanzo La casa della festa
(Marsilio). È tra le scrittrici scelte da Francesca
Pansa per il calendario 2003 "Le fate sapienti".
Ha conosciuto il successo grazie alla trilogia Mirta/Luna
con Non mi uccidere, Strappami
il cuore e Ti porterò
nel sangue. |
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