Maurizio
Battista riprende al Teatro Olimpico lo spettacolo
portato in scena ad inizio stagione al Sistina. Ieri
si intitolava "Sempre
più convinto dalla cantina al Sistina"
oggi “Sempre più
convinto anziii... convintissimo”. Un
rafforzativo necessario ed appropriato.
Una
scenografia scarna ed essenziale si mostra allo spettatore
solo dopo una quarantina di minuti. Tre cubi immensi
di cui due nascondono la band che accompagna il mattatore
in scena ed il terzo poggiato in equilibrio instabile
sui primi due, composto da uno schermo sui cui passano
i contenuti multimediali della rappresentazione. Uno
spettacolo frammentario, giocato su un canovaccio
assai esile costituito da numeri storici del comico
romano, movimentato con tocchi di attualità
presi dai quotidiani (un “must” della
comicità di Battista) e da un pubblico assai
partecipe e coinvolto dallo show.
Frammentarietà
che costituisce allo stesso tempo il punto di forza
e di debolezza. Punto di forza in quanto Battista
riesce ad affabulare con la parlantina logorroica
un pubblico sempre ben disposto, giocando sulla comune
romanità, pescando nel privato e rielaborandolo
in forma comica per il pubblico. Una romanità
sottolineata nei suoi aspetti positivi (come la leggerezza
e ilarità con cui il romano affronta i problemi
quotidiani) ed in quelli negativi (la parlantina gesticolata,
un provincialismo linguistico) che se sottolineati
da un romano de roma, o meglio di san giovanni, portano
ad una sana autoironia condivisa. Diverso sarebbe
stato se fosse stato fatto da un comico/politico lombardo.
Il
punto di debolezza è l'apparente incapacità
a rinnovarsi. Battista dovrebbe provare ad alzare
l'asticella della sua arte per mettersi alla prova,
osare un di più, creare uno spettacolo più
coerente, costruito, in modo che vada oltre la struttura
attuale di “piacevolissimo incontro tra amici”.
Ad
ogni modo una perfomance piacevole, in cui il divertimento
sano e genuino passa con estrema simbiosi dal palco
alla platea. Si ride di gusto. Spiazzante ed agrodolce
il finale, quando Maurizio Battista dedica una commuovente
lettera aperta alla madre scomparsa. Ecco, in quel
frangente si avverte quella possibilità di
cui parlavamo prima. A quando il coraggio di coltivarla?
[fabio melandri]