A
sette anni dal suo debutto sulle scene italiane (marzo
2003), torna “Pinocchio”,
il musical scritto da Saverio Marconi e Pierluigi
Ronchetti con le musiche di Dodi Battaglia, Red Canzian
e Roby Facchinetti e le liriche di Stefano D’Orazio
e Valerio Negrini.
La
storia a grandi linee è quella nota di Collodi;
la curiosità era vedere come la favola di tutte
le favole con il suo tocco magico e le numerose ambientazioni,
potesse essere resa su uno spazio angusto e limitato
come quello di un palcoscenico teatrale.
A dispetto degli ultimi lavori della Compagnia della
Rancia di Saverio Marconi, come il deludente “Cats”,
“Pinocchio”
è uno spettacolo piacevole, colorato, a tratti
trascinante, anche se non mancano momenti di stanchezza
soprattutto nel secondo atto, vista la durata 'monstre'
dello spettacolo (2 ore e 15 minuti).
Numerosi
i cambiamenti di scena, vorticose ed entusiasmanti
alcune trovate registiche e coreografiche come l'apertura
con la fabbrica del burattino che si anima sotto gli
occhi dello spettatore, oppure la sequenza del ballo
tra Pinocchio e la fata turchina in cui attraverso
un gioco di specchi il bambino fatto di legno si moltiplica
esponenzialmente. Una trovata da musical di Broadway.
Deludente invece la parte dedicata alla balena che
inghiotte Geppetto e Pinocchio, come sottoutilizzata
è a parer nostro la figura del Grillo Parlante,
a cui Andrea Verzicco dona verve, simpatia e vivacità
atletica di cui avremmo maggiormente goduto.
Ma
questo musical non sarebbe stato possibile, senza
la presenza nel ruolo del protagonista di uno dei
nostri migliori performer in assoluto: attore, ballerino
e cantante, Manuel Frattini si carica il peso dello
show sul quel fisico minuto, riempiendo lo spazio
e dettando il ritmo allo spettacolo, movimentando
i momenti coreografici ed esaltando la sua e quella
di gran parte del cast voce nei duetti ed assoli.
Le
canzoni dei Pooh, facilmente riconoscibili nei loro
timbri e melodie - punto di forza o debolezza dello
spettacolo a seconda dei vostri gusti musicali - completano
la confezione di uno spettacolo godibile e divertente
anche se, nonostante il tema, non particolarmente
adatto ad un pubblico di giovanissimi. [fabio
melandri]