Il
testo di Claudio Bigagli, che andò in scena
per la prima volta al festival di Spoleto nel 1986
e che poi fu realizzato anche in versione cinematografica
da Ricky Tognazzi, viene riproposto al Teatro piccolo
Eliseo.
Il lavoro di per sé non ha un plot particolarmente
articolato, ma è interessante agli occhi di
oggi: non solo verte sulle vicissitudini dell'amore
e dell'amicizia ma appare come la citazione degli
anni Ottanta. La storia si sviluppa come un intrigo
amoroso giocato all'interno di un gruppo di sei giovani,
due donne e quattro uomini. I protagonisti lavorano
tutti in teatro, chi come attore, chi come tecnico
e si incontrano e scontrano tra una tourneè
e l'altra, pretesto per tradire, ritornare e forse
ricominciare un grande amore o una grande amicizia.
Bigagli stesso nelle note di regia la definisce "una
storia molto divertente e amara, a momenti toccante
e quasi tragica". Come toccanti e intensi forse
erano quegli anni, diversi e lontani dalle generazioni
dei trentenni di oggi. L'unico elemento comune rimane
la precarietà del mestiere ma in quanto agli
animi, nelle nuove generazioni si percepisce sicuramente
più cinismo, nato forse dalla necessità
di sopravvivere a questi anni crudi e disinibiti.
Il gruppo di attori è ben assortito ma tra
tutti spiccano le interpretazioni di Francesco Montanari,
abile a creare il personaggio di Paolo maniaco/sentimentale
e di Mauro Meconi interessante e scapestrato Giuliano.
Semplice e dinamica la regia, che punta sull'interpretazione
degli attori e su qualche cambio scenografico ad hoc.
Essenziali e adeguate le luci. [annalisa
picconi]