L’autobus
passa tutte Le mattine dieci
alle quattro e accoglie nel freddo del mattino
una ragazza (Federica Bern) insonnolita e poco desiderosa
di andare al lavoro come donna delle pulizie e due
giovani (Riccardo Bocci e Alessandro Casula), diretti
al cantiere dove un caporale li sfrutta per pochi
euro al giorno.
Tra i tre ragazzi si crea involontariamente un collegamento,
sarà l’orario insolito che offre lo spunto
per scambiare due chiacchiere o dipende dal fatto
che i due italiani (l’altro è uno straniero,
immigrato rumeno) si conoscevano ai tempi del liceo.
Ma solo la ragazza se ne ricorda del bel ‘principe’,
il compagno desiderato da tutte le ragazze della scuola.
Tra i due connazionali scocca la scintilla: l’appuntamento
mattutino diventa un’occasione inperdibile per
vedersi e riscaldarsi, prima con le parole, poi con
gli abbracci, nell’attesa che ci si possa incontrare
in orari più umani, reali, magari di domenica.
Ma la vita riserva sorprese amare, soprattutto quando
il lavoro è in nero, precario e ricco di pericoli
se non si è dormito abbastanza per rimanere
lucidi e svegli…
Luca De Bei regala al pubblico uno spettacolo fresco,
fatto di dialoghi credibili nel dialetto romano e
di battute innocenti, scegliendo una sola scena per
delimitare lo spazio recitativo. Ma al suo interno
vi aggiunge il forte rumore dell’arrivo dell’autobus:
due fari che illuminano il palcoscenico avvolto nella
nebbia e le luci rosse della frenata. La finzione
dell’entrata del mezzo di trasporto sul palcoscenico,
scandisce e arricchisce la sensazione di ineluttabilità
della vicenda.
Lo spettacolo, finalista al premio “Enrico Maria
Salerno per la drammaturgia” 2007, tratta il
tema delle morti bianche con coscienza e insieme dolcezza,
attraverso lo sguardo innocente di due ventenni innamorati
e un rumeno che per un incidente sul lavoro rimane
claudicante a vita. [valentina
venturi]