Al
teatro dell'orologio si parla di “La
matematica sentimentale”. Sulla scena
un unico attore (e regista), Pierpaolo Palladino.
Come scenografia una lavagna e pochi altri oggetti.
Quello che potrebbe sembrare in un primo momento un
monologo, si trasforma in una vera e propria prova
d'attore. Al centro della vicenda c'è infatti
Lorenzo, uno studente iscrittosi ad ingegneria solo
per non tradire le aspettative del padre e del nonno,
ingegneri prima di lui. Palladino, però, non
si cala solamente nei panni del ragazzo, ma anche
in quelli di altri personaggi, facendo dimenticare
allo spettatore che ci sia uno solo l'interprete.
Dalla voce dell'attore si “palesano” l’amico
partenopeo Rocco, il padre ingegnere per stirpe e
il professor Fava. Quest'ultimo incarna la figura
del tipico professore sadico e saccente, con cui tutti
abbiamo dovuto avere a che fare almeno una volta nella
vita. L'alter ego di Fava è però il
professor Primo, docente che ha il merito di far trasformare,
agli occhi di Lorenzo, la matematica. Da sterile sequenza
di numeri e grafici, comprensibili quanto un geroglifico,
la materia si trasforma in “disegno di un pensiero”.
È Primo a fa capire a Lorenzo che non è
più tanto importante trovare la soluzione dei
problemi, quanto il ragionamento stesso che porta
alla soluzione. Fava e Primo: Nomen omen!
Così
la matematica apre la mente dello studente, diventando
un modo di pensare e soprattutto vedere le cose. Tra
i vari spunti di riflessione e domande come: “Può
un algoritmo spiegare il senso della vita e soprattutto
dell’amore?”, si passa alla concretezza
del quotidiano. Al punto che da essere innamorato
di due ragazze, Lorenzo finisce per essere innamorato
della matematica. Da cornice e contrappunto al testo,
l'azzeccata scelta musicale dello spettacolo. Le canzoni
selezionate riflettono il periodo in cui è
ambientata la vicenda. Dagli anni 70 di Janis Joplin,
dei Jethro Tull e dei Pink Floyd agli anni Ottanta
degli U2. Perfetta è infine “More Than
This” dei Roxi Music.
Uno spettacolo a dir poco godibile.
[sara pennisi]