Ragione
e sentimento. Logica e irrazionalità. Rigide
formule matematiche e pazze fuitine d’amore.
Due aspetti della vita quotidiana che, come binari
paralleli, sembrerebbero non doversi incontrare mai,
come il giorno e la notte, il bianco e il nero, il
paradiso e l’inferno.
Ma niente è più sbagliato di un luogo
comune e Pierpaolo Palladino ce lo mostra nel suo
monologo La matematica sentimentale.
I numeri acquistano un senso diverso dalla loro fredda
ed asettica applicazione in formule matematiche o
equazioni trigonometriche: sono la chiave per descrivere,
parlare di un mondo tanto astratto quanto passionale.
Come la vita stessa che diventa sentimento, misterioso
e necessario, spesso insondabile come l’amore.
Lorenzo, iscritto alla facoltà di Ingegneria
come prima suo padre e nonno, si trova alle soglie
degli esami di Analisi 1 ed Analisi 2, fatti di una
sequenza di numeri freddi come l’Alaska, a dove
trovare un instabile equilibrio tra la fidanzata storica
Valentina e la nuova fiamma Nora, cantante molto innamorata
di se stessa e della sua voce. Tra timori, fughe e
passioni, il protagonista incontra il prof. Primo
che lo instrada quasi per incanto alle sfide della
matematica teorica che diventa arte agli occhi del
ragazzo, gioia intuitiva e solitaria.
Pierpaolo Palladino, autore e protagonista assoluto
dello spettacolo, conduce lo spettatore attraverso
una molteplicità di punti di vista che animano
una messa in scena rigorosa ed essenziale: una lavagna,
una sedia, uno schedario. È la parola, con
la sua valenza narrativa, evocativa, onirica l’assoluta
protagonista sotto la luce dei riflettori, in uno
spettacolo fatto di sequenza di quadri che, come tessere
di un puzzle, costruiscono un quadro d’insieme
cangiante ed articolato.
[fabio melandri]