Carlo
Emilio Gadda inizia a scrivere Eros
e Priapo nel 1945, alla fine della guerra.
L’Italia usciva dalla dittatura e la guerra
aveva ridotto in miseria la popolazione. Gadda raccoglie
la rabbia dell’epoca e in questo “libello
psicoanalitico”, come lo definì, beffeggia
i simboli della dittatura, definendoli come una forma
di virilità esibita da un gruppo di giovani
con gli ormoni al culmine, per uno stuolo di donne
adoranti e docili.
La sapiente regia di Adriana Martino accompagna lo
spettatore in questo affresco satirico della dittatura
con misura, dosando il sarcasmo del testo e della
recitazione senza scadere nel banale o nel grottesco.
La musica, la recitazione, le pause sono studiate
nel minimo dettaglio. La protagonista, Valentina Martino,
viene fatta uscire da uno scatolone di carta, una
barbona che mangia, beve, si rotola per terra, canta
le parole dell'autore intonando un ritmo rap.
La politica appare guidata da Eros e non da Logos,
dall’erotismo e non dalla ragione, con le tragiche
conseguenze derivanti da un delirio di onnipotenza
che non dà spazio al dubbio che risulta essere
solo sintomo di mollezza, di scarsa determinazione,
di indecisione. In realtà è lui permette
alle coscienze di trovare soluzioni nuove, di uscire
dal recinto del sicuro verso ’oceano delle incertezze,
che possono presentare delle difficoltà ma
anche opportunità di crescita.
La regista saccheggia dal reale attuale, da quello
più modesto, per evidenziare il contrasto con
le parole roboanti del regime. Il messaggio arriva
chiaro al pubblico: la politica si fa con il ragionamento
non con gli ormoni.
Valentina Martino è bravissima, un’attrice
di razza che con estrema energia e variazioni interpretative
ci fa ridere e riflettere, versatile nella voce, nel
corpo. C’è una totale immedesimazione
tra lei e il testo e nemmeno i rumori involontari
del pubblico riescono a fermare l'inarrestabile energia.
Il percussionista Andrea Nicolé accompagna
e sottolinea i momenti culminanti della storia, in
totale armonia con ciò che accade sul palcoscenico.
Tutto scorre fluido.
[deborah ferrucci]