"The
Author" di Tim Crouch inaugura la decima
edizione della rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco,
"Trend, nuove frontiere della scena britannica",
in scena al teatro Belli dal 29 marzo al 23 aprile.
Ciò che colpisce quando si entra in sala, è
la presenza di una doppia platea, separata da una
piccola striscia di palcoscenico. In più quattro
proiettori e basta. Ci si chiede subito come si svolgerà
lo spettacolo, dove agiranno gli attori. Mentre i
pensieri scorrono, un signore del pubblico si fa sentire,
rompe il silenzio sacro che precede l'inizio dello
spettacolo. "Quando comincia lo spettacolo vero?"
chiede una spettatrice. La curiosità è
tanta. In realtà lo spettacolo è iniziato:
è un teatro nel teatro e il palcoscenico è
venuto meno; il golfo mistico che divide attore spettatore
non c'è più, è solo un piccolo
corridoio senza significato, tutto si svolge tra il
pubblico. Il gioco all'inizio è interessante,
poi si perde. Si sente il bisogno che accada qualcos'altro.
La storia è incentrata sul percorso artistico
di una compagnia teatrale che mette in scena la violenza
sessuale del padre nei confronti della figlia. La
tematica è ormai nota e trattata già
da molti autori, seppur con stili e modi differenti.
L'autore/regista cerca testimonianze reali, filmati,
fatti di cronaca che parlino di violenza, per arrivare
più vicino possibile alla verità scenica,
una sorta di teatro della crudeltà. Dopo le
prime repliche gli attori entrano a tal punto nei
personaggi da non riuscire più a distinguere
bene, in una sorta di gioco pirandelliano, il palcoscenico
dalla realtà. Portano con sé quella
violenza che avevano sperimentato sulla scena.
L'allestimento è accurato nella scelta drammaturgica
anche se la regia poteva trovare soluzioni meno scontate
all'interno della griglia scenografica della platea.
Tra gli attori, non dimostrano tutti la stessa qualità
e intensità interpretativa, mentre David Coco
e Giovanni Guardiano spiccano per la naturalezza e
la capacità di coinvolgere lo spettatore. [annalisa
picconi]