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Anno
2012
Nazione
UK
Genere
drammatico
Durata
130'
Uscita
21/02/2013
distribuzione
Universal Pictures |
Regia |
Joe
Wright |
Sceneggiatura |
Tom
Stoppard |
Fotografia |
Seamus
McGarvey |
Montaggio |
Melanie
Oliver |
Scenografia |
Sarah Greenwood |
Costumi |
Jacqueline
Durran |
Musica |
Dario Marianelli |
Produzione |
Studio Canal, Working Title Films |
Interpreti |
Keira
Knightley, Kelly MacDonald, Jude Law, Michelle Dockery,
Matthew Macfadyen, Aaron Johnson, Emily Watson, Olivia
Williams, Ruth Wilson |
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Nuova
versione del capolavoro letterario di Lev Tolstoj “Anna
Karenina”, ad opera di Joe Wright. Il
regista di “Espiazione”
sceglie ancora la fidata Keira Knightley per farle interpretare
la parte della donna simbolo dell’amore passionale.
Anna nella Russia imperiale del 1874 prossima al cambiamento
sociale e culturale, rompe gli schemi della società:
invece di avere semplicemente un amante, in questo caso l’avvenente
Conte Vronskij (Aaron Johnson, bello ma davvero poco signorile
per il ruolo) abbandona il marito Aleksej Karenin (Jude Law,
composto ed imbruttito) e l’amato figlio per amare alla
luce del sole colui che le ha fatto scoprire “cosa è
l’amore”.
La cifra stilistica e
registica che rende la versione di Wright diversa dalle precedenti,
è di aver ambientato la vita tra Mosca e San Pietroburgo,
dentro un teatro. Ormai “Anna
Karenina” non è più un
semplice romanzo, è un copione universale, fatto di
Amore, Morte, Tradimento, Odio e in questo la mano dello sceneggiatore
Tom Stoppard si sente. Tutto si svolge lì dentro, tra
platea, proscenio e quinte, ogni momento viene racchiuso nella
scatola della finzione treatrale. Dal fondamentale ballo iniziale
ai fuochi d’artificio, dalla corsa a cavallo fino alla
spettacolo teatrale, tutto è rappresentazione. L’unico
personaggio che esce dal proscenio e vive nel mondo reale
è Levin (Domhnall Gleeson, perfetto), uomo sincero
che vive infatti nella campagna russa. Scenografie, musiche
e costumi sono perfetti, immergono lo spettatore in quel periodo
storico senza che cogliere la minimia sbavatura. Ed infatti
sono meritatissime le candidature agli Oscar per miglior fotografia,
colonna sonora, scenografia e costumi. La recitazione di Keira
è giusta, onesta, ma non regala né empatia né
l’immedesimazione che deriva dalla consapevolezza di
come conclude la sua esistenza. Spassoso al punto giusto Matthew
Macfadyen nella parte del libertino e fedifrago Oblonskij,
fratello di Anna e motivo che dà lo slancio a tutta
la drammatica vicenda. Emozionante infine lo svelamento che
il timido Levin fa a Kitty ((Alicia Vikander) del suo amore
imperituro, creato con l’utilizzo del gioco dello Scarabeo.
[valentina venturi]
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