Il personaggio
che interpreta in Sangue si chiama
Stella.
Sono una giovane borghese, ma nell’accezione peggiore
del termine. La mia vita è stata piena di incongruenze
e di rapporti malati: dalla morte di mia madre il rapporto
con Iuri, mio fratello nella finzione, si è deformato.
Stella desidera allontanarsi dal mondo che la circonda e volare
a New York per rifarsi una vita, ma la morbosa relazione che
ha instaurato con il fratello le crea dei freni inibitori.
È un ostacolo per il suo futuro.
Perché
vive queste incertezze?
Tra Stella e Iuri esiste un legame più intenso e anomalo
di quello tipico tra fratelli. Il film racconta la loro giornata:
tra droghe e rave party Stella deve trovare la forza di rivelare
al fratello di essere stata accettata dall’Accademia
di ballo di New York e di voler partire. Ma non sarà
così semplice.
È
stato faticoso immedesimarsi in un personaggio così
usuale?
Sono entrata nella vita di Stella completamente, senza alcun
freno inibitorio. Non ho niente in comune con il personaggio
che interpreto, ma spero di averlo reso credibile. Una vita
del genere non è sana, ma può viverla chiunque.
Per esempio, per prepararmi al provino mi sono rifatta alla
vicenda descritta nel libro Trilogia
della città di K di Agota Kristof.
Cosa le
ha lasciato questa esperienza?
Una maggiore consapevolezza delle mie capacità interpretative.
Sono e mi considero un’autodidatta: non ho fatto scuole
né corsi di recitazione, non ho avuto un maestro o
una guida. Sono convinta che sia la curiosità la molla
che mi permette di diventare un’altra.
Progetti
futuri?
Sto lavorando a un film a capitoli diretto da Fulvio Ottaviano.
Non esiste ancora un titolo definitivo, ma il cast sì:
oltre a me recitano Emanuela Galliussi e Luca Angeletti. È
prodotto dall’Ambra Jovinelli e speriamo di riuscire
a presentarne una parte durante il Cinema Festa Internazionale
di Roma di ottobre.