Voci Sorde
Autore: Bernard-Marie Koltès
Traduzione: Luca Scarlini
Regia: Claudio Longhi Luci: Paolo Vinattieri
Scene: Marta Montevecchi Costumi: Gianluca Sbicca
Interpreti: Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Claudia Scaravonati
Genere: dramma In scena: Teatro India 1 dicembre ore 19.30. 2 e 4 dicembre ore 20.30
Sallinger
Autore: Bernard-Marie Koltès
Traduzione: Franco Quadri e Cherif
Regia: Claudio Longhi Luci: Paolo Vinattieri
Scene: Marta Montevecchi Costumi: Gianluca Sbicca
Interpreti: Donatella Allegro, Valentina Bartolo, Fausto Cabra, Lino Guanciale, Diana Manea, Adolfo Micheletti, Luca Micheletti, Claudia Scaravonati
Genere: dramma In scena: Teatro India 1 dicembre ore 21.00 | 2 e 4 dicembre ore 22.00 | 3 e 6 dicembre ore 20.30
Una proposta contemporanea e degna della tradizione del teatro India quella pensata e proposta per ricordare la drammaturgia di Bernard-Marie Koltès. Scomparso vent’anni fa nel 1989, Koltès è uno degli autori francesi contemporanei che meglio ha saputo mettere in scena la crisi dell’identità, la perdita della linearità del rapporto tra uomo e donna e la mancanza di un riferimento culturale.
Voci sorde (mai allestito prima in Italia), è un dialogo aperto tra l’amore e la morte, dove gli individui si rincorrono alla ricerca di sentimenti inconsistenti e vacui : uno scritto giovanile, una commedia da salotto che racconta di tradimenti e di denaro.
In Sallinger Koltès offre uno spaccato lucido e violento della società americana e nel contempo realizza un testo in onore dell’autore de “Il giovane Holden”, attraverso la rappresentazione di una famiglia americana, di New York, che vive con amaro distacco il suicidio di uno dei tre figli. (La proposta del Teatro di Roma prevede anche l’allestimento di “Nella solitudine dei campi di cotone”). Tutto questo è reso attraverso un senso profondo della metafora e dell'allegoria, strutture drammatiche originali,l'universalità di temi mitici, ma anche assolutamente attuali, attraverso la scelta di una realtà ai margini che egli pone al centro e, infine, attraverso lo sguardo visionario di un poeta sul mondo.
Gli spettacoli, diretti da Claudio Longhi, offrono una scena funzionale: Gli oggetti e la scenografia (curata da Marta Montevecchi) sono frammenti di vita: terra, carne, letti, candele, specchi, teli, proiezioni cancelli, gabbie. Tutto ha una utilità, nulla è lasciato al caso. Se in Voci sorde dominano il fuoco e la terra; in Sallinger è il fasto di broccati e colori netti come il rosso e il nero a fungere da simbolo del disfacimento morale. Gli attori in scena riescono ad uscire da una parte e con un intervallo di soli 15 minuti trasformarsi da ricchi annoiati dell’Ottocento a uomini del Novecento. Claudio Longhi ha perfettamente compreso l’opera di Koltès e regala al pubblico in sala un percorso teatrale completo.
[valentina venturi]