La strada
Autore: dall’omonimo film di Federico Fellini Adattamento: Tullio Pinelli, Bernardino Zapponi
Regia: Massimo Venturiello
Scene: Alessandro Chiti Costumi: Sabrina Chiocchio
Musica: Germano Mazzocchetti
Coreografie: Fabrizio Angelini
Produzione: La Contemporanea – Compagnia Mario Chioccio
Interpreti: Massimo Venturiello, Tosca, Camillo Grassi
Anno di produzione: 2008 Genere: commedia musicale
In scena: fino al 29 Marzo al Teatro Valle di Roma

Musica, poesia e un viaggio reale che ha del surreale. Gelsomina e Zampanò ci conducono per “la strada” degli anni Cinquanta: lei, anima ingenua e sensibile, lui di natura violenta. Raccontano il loro mondo e la fatica dell’arte circense, attraverso le voci e i volti di Tosca e Massimo Venturiello, quest’ultimo anche regista e autore delle canzoni scritte con Nicola Fano.
Al Teatro Valle di Roma fino al 29 marzo è di scena l’incomunicabilità tra gli uomini. La mancanza di comunicazione è infatti il perno del rapporto tra la dolce Gelsomina e il rude Zampanò e che si rivela anche opportunità, visto che costringe a trovare vie traverse per riuscire nell’impresa. La musica è una di queste possibili deviazioni. Germano Mazzocchetti combina le strofe “classiche” alla musica gitana e riporta in vita le atmosfere raccontate da Federico Fellini nell’omonimo film, vincitore nel 1956 dell’Oscar come Miglior film straniero, premio istituito proprio in quell’edizione.
Grazie alla musica e all’altro girovago detto “Il Matto” (interpretato da Camillo Grassi, uno dei migliori in scena), Gelsomina capisce che stare accanto a Zampanò è una missione: tutto serve e tutti gli uomini servono a qualcosa.
L’adattamento teatrale - scritto anni fa da Bernardino Zapponi e Tullio Pinelli - commuove e coinvolge, restituendo la trama e i dialoghi del film. Inoltre rivisita in chiave moderna il genere del teatro/canzone, che qui si amplia e si arricchisce grazie alle inconfondibili atmosfere del circo. “Di fronte a un progetto così ambizioso – spiega Venturiello – la prima inevitabile domanda che ci siamo posti è stata, ovviamente, come uscire dal confronto con uno dei più grandi capolavori della cinematografia internazionale. La risposta l’abbiamo trovata proprio nell’adattamento teatrale che, pur restituendo la trama e i dialoghi del film, inventa qualcosa di nuovo, squisitamente teatrale, spostandosi in una dimensione poetica che va oltre la sfera realistica del film e ci porta altrove”.
La compagnia è affiatata e dà il giusto supporto vocale e attoriale ai protagonisti, perfetti nella parte, teneri ma convincenti. Tosca qui ritorna alla sua iniziale vocazione d’attrice (nasce infatti a teatro con la Compagnia di Checco Durante) concedendosi, però, anche il privilegio di stonare per assecondare meglio le caratteristiche del suo svampito personaggio femminile.
I colori dei costumi e i rumori rivivono a teatro, oltre la pellicola.
[patrizia vitrugno]