"Stomp" ha vent'anni. Ma non ha affatto l'aria di sentirsi vecchio. Anzi. Continua a riempire i teatri e a riscuotere successi. Chi volesse comprendere il segreto di tale longevità, dovrebbe forse cercarlo nel potere catartico che hanno sul pubblico i ritmi che questo gruppo di giovani artisti, atleti, musicisti, sa mettere in scena.
E' un'arte di strada quella degli "Stomp", che si nutre di oggetti di vita quotidiana: dai secchi della spazzatura ai lavandini, dai copertoni alle scope, dagli accendini ai tubi di gomma. Ogni oggetto, prima inanimato, prende vita per trasformarsi in uno strumento musicale; l'accordatura è il sincrono perfetto con cui i performer si muovono, precisi al millesimo di secondo, riuscendo a far diventare musica i rumori.
La scenografia è fatta dai corpi, dal movimento, dalle coreografie e, anche, da un fondale che è una sorta di impalcatura che ricorda certe periferie metropolitane, ricettacolo di ferraglia e arnesi di ogni genere. Sospesi a questa impalcatura, a un certo momento dell'esibizione, gli "Stomp" realizzano uno spettacolo di percussioni di grande impatto visivo e sonoro.
Per completare il quadro, un po' di ironia e la capacità di dialogare con lo spettatore, semplicemente con gesti e il volto. Non solo non guasta, ma aiuta ad accattivarsi la simpatia. [marina viola]