Signorina Giulia
Autore: August Strindberg Adattamento: Franco Mastelli
Regia: Gianni Leonetti
Scene: Daria Battilana Costumi:
Musica:
Luci:
Compagnia: Produzione: Teatro instabile
Interpreti: Valeria Pistillo, Marco Benvenuto, Concetta Liotta
Anno di produzione: 2009 Genere: commedia
In scena: in turnè

È la notte di mezza estate. È la notte in cui la contessina Giulia decide di stravolgere le regole sociali e di darsi a Giovanni, il servitore di casa che sogna di arricchirsi e comprare anche per sé la nobiltà. Lotta di classe, desiderio frustrato di emancipazione, sesso, amore, furore.
Tutto questo è nel testo di Signorina Giulia, l’opera di August Strindberg che mette a nudo la natura più intima di tre persone, colte in differenti stadi di maturazione della consapevolezza di sé e del posto che occupano nella vita. Ribellione, disprezzo per l’uomo e per la sua natura caratterizzano la contessa Giulia. Brama di emancipazione ed elevazione sociale, sono invece le caratteristiche di Giovanni, salvo poi farle cadere dinanzi all’evidenza di una ormai radicata mentalità da servitore. La cuoca Cristina, che conosce l’accaduto ma non lo accetta, esprime disperatamente il bisogno di credere che ci sia un elemento qualitativo nella divisione in classi. Urla infatti in faccia a Giovanni: “Loro devono essere migliori di noi, altrimenti che senso avrebbe sgobbare così tutto il giorno?”.
L’opera è in atto unico con scenografia fissa, che riproduce la cucina di servizio della residenza del conte e di sua figlia. In questo ambiente domestico, nel corso dell’intera notte, Giulia e Giovanni duettano, anzi duellano, senza tregua cercandosi e poi facendosi del male, provando disprezzo ora per se stessi ora per l’altro, consumando il loro rapporto proibito fino alla fine umiliante e senza speranza.
L’uso delle luci è parte integrante della rappresentazione, perché impiegato per attrarre prepotentemente l’attenzione sul volto dell’attore su cui si vuole focalizzare l’attenzione. Certo questo strumento aiuta a cogliere l’espressività dei volti, ma lo scorrere dell’azione ne risulta in qualche modo appesantito. Sulla recitazione dei tre attori nulla da eccepire: è pulita grintosa, fluida. Quanto a emozionare è altra cosa. La coppia di interpreti non è riuscita a creare la magia di trasmettere la tensione continua e estenuante che c’è tra i due protagonisti.
Una nota di apprezzamento va invece ai cinque interpreti della furiosa scena di baccanale, con cui i servi di casa disvelano al pubblico quanto è accaduto in camera da letto. [marina viola]