Sempre più convinto... anziii convintissimo
Autore: Maurizio Battista in collaborazione con Riccardo Graziosi
Regia: Maurizio Battista
Scene: Filippo Rocca Costumi: --------------------
Luci: ------------------------ Musica: ---------------------
Produzione: AB Management s.r.l.
Interpreti: Maurizio Battista
Anno di produzione: 2010 Genere: comico
In scena: fino al 27 febbraio 2011 al Teatro Olimpico di Roma |

Maurizio Battista riprende al Teatro Olimpico lo spettacolo portato in scena ad inizio stagione al Sistina. Ieri si intitolava "Sempre più convinto dalla cantina al Sistina" oggi “Sempre più convinto anziii... convintissimo”. Un rafforzativo necessario ed appropriato.

Una scenografia scarna ed essenziale si mostra allo spettatore solo dopo una quarantina di minuti. Tre cubi immensi di cui due nascondono la band che accompagna il mattatore in scena ed il terzo poggiato in equilibrio instabile sui primi due, composto da uno schermo sui cui passano i contenuti multimediali della rappresentazione. Uno spettacolo frammentario, giocato su un canovaccio assai esile costituito da numeri storici del comico romano, movimentato con tocchi di attualità presi dai quotidiani (un “must” della comicità di Battista) e da un pubblico assai partecipe e coinvolto dallo show.

Frammentarietà che costituisce allo stesso tempo il punto di forza e di debolezza. Punto di forza in quanto Battista riesce ad affabulare con la parlantina logorroica un pubblico sempre ben disposto, giocando sulla comune romanità, pescando nel privato e rielaborandolo in forma comica per il pubblico. Una romanità sottolineata nei suoi aspetti positivi (come la leggerezza e ilarità con cui il romano affronta i problemi quotidiani) ed in quelli negativi (la parlantina gesticolata, un provincialismo linguistico) che se sottolineati da un romano de roma, o meglio di san giovanni, portano ad una sana autoironia condivisa. Diverso sarebbe stato se fosse stato fatto da un comico/politico lombardo.

Il punto di debolezza è l'apparente incapacità a rinnovarsi. Battista dovrebbe provare ad alzare l'asticella della sua arte per mettersi alla prova, osare un di più, creare uno spettacolo più coerente, costruito, in modo che vada oltre la struttura attuale di “piacevolissimo incontro tra amici”.

Ad ogni modo una perfomance piacevole, in cui il divertimento sano e genuino passa con estrema simbiosi dal palco alla platea. Si ride di gusto. Spiazzante ed agrodolce il finale, quando Maurizio Battista dedica una commuovente lettera aperta alla madre scomparsa. Ecco, in quel frangente si avverte quella possibilità di cui parlavamo prima. A quando il coraggio di coltivarla?
[fabio melandri]