Polvere alla polvere
Autore: Robert Farquhar Traduzione: Massimiliano Farau
Regia: Flavio Parenti
Scene: Franco Parenti Costumi:
Musica: Andrea Nicolini Luci: Sandro Sussi
Compagnia: Gank Produzione: Teatro Stabile di Genova
Interpreti: Antonio Zavatteri, Alessia Giuliani, Aldo Ottobrino
Anno di produzione:2008 Genere: prosa
In scena: in turnè

Da una storia inglese, narrata da un autore inglese, nasce l’idea di uno spettacolo italiano. Scelta difficile, quella di riportare i ritmi e le atmosfere di una diversa dimensione sociale catapultandole nella terza parete italica. Il progetto, prodotto dallo stabile di Genova, dove si sono diplomati i due attori che interpretano i ruoli di Harry e Kev, (lo si sente anche dall’inflessione dialettale dei tre intepreti), nasce prima come mise in espace nel 2006, e in seguito diviene spettacolo completo, anche se rimane nella regia e nei toni estremamente essenziale.
La storia è raccontata dalla fine: la morte di Mick riunisce attorno a sé tutte le poche persone, tre in questo caso, l’ex moglie e due amici del pub, con cui questo uomo solo e al tempo stesso dedito all’alcol era riuscito a mantenere un rapporto. Il defunto è poco raccontato, in primo piano si stagliano le vite frustrate dei protagonisti. In fondo Mick è fortunato, ha concluso la vita all’improvviso, cadendo ubriaco dalle scale; ora c’è qualcuno che si prende cura della sua casa, delle sue ceneri che verranno sparse, come forse lui avrebbe desiderato, al vento della terra scozzese. Chi rimane, chi vive sono Harry, Kev ed Holly. Sono loro i meno fortunati, perché ogni giorno dovranno ridare senso alla loro banale quotidianità, magari dimenticando le brutture con qualche bicchierino al pub.
La regia di Flavio Parenti offre spunti interessanti, quali le posizioni che a volte gli attori prendono come sculture contemporanee. Tuttavia il ritmo della recitazione e l’intensità sono discontinui e talvolta affaticano lo spettatore nel seguire la storia che a tratti risulta monotona. Aldo Ottobrino è un buon Kev, forse quello che riesce a rendere meglio lo stile inglese “less is more”, mentre Holly (Alessia Giuliani) ed Henry (Antonio Zavatteri) non riescono a dare l’energia e lo spessore necessari ai ruoli interpretati.
[annalisa picconi]