Non solo bolero - Carmen, Carmina Burana, Amores
Regia: Mvula Sungani
Costumi: Giuseppe Tramontano Coreografie: Mvula Sungani
Musica: Maurice Ravel, Carl Orff
Compagnia: Compagnia Mvula Sungani
Interpreti: Kledi Kadiu, Emanuela Bianchini, Ilaria Palmieri, Alessia Giustolisi, Chiara Grella, Maria Izzo, Ilaria Ostili, Elisa Aquilani, Enrico Paglialunga, Patrizio Bucci
Anno di produzione: 2010 Genere: danza moderna
In scena: turnè

Corpi con le ali, ritmo, battito, cuore. Come resistere al connubio di forza e dolcezza espresso dai corpi che si muovono sinuosamente su musiche classiche e contemporanee, scolpiti dai contrasti di luci e ombre?
Non solo Bolero è uno spettacolo che riunisce atmosfere classiche e contemporanee, duetti, coreografie di gruppo, musiche di opere liriche e popolari fino al gran finale, scandito dalle note del "Bolero" di Ravel e dalla presenza delle due stelle Kadiu e Bianchini, accompagnati dai solisti della compagnia, giusta tensione di corpi e di ritmo.
Le coreografie sono armoniose, utilizzano gli oggetti di scena in modo teatrale; i corpi dei danzatori si fondono con la musica fino a diventare essi stessi oggetti e ritmo. Non esiste una vera storia, come non esiste un reale filo conduttore. Come ogni opera creativa nasce dal caos, cosi' nascono dal buio i danzatori che manipolano sedie, creano forme nuove con i corpi, entrano nella musica e creano altre dimensioni, scene che si compongono e scompongono. Il ritmo è elastico, ampio e energico nelle coreografie di gruppo; teso e riflessivo nei duetti. La tensione cresce, i danzatori si muovono come lancette di un orologio: il tempo incalza, si arriva al cuore nell'emozionante duetto dei solisti uomini, al battito del tempo e del corpo. E poi finalmente arriva l'apice dello spettacolo, il "Bolero" di Ravel.
Lo spettacolo è furbo: usa musiche conosciute e atmosfere accattivanti. Non è danza d'avanguardia, utilizza un linguaggio collaudato e facilmente comprensibile dal pubblico, ma i danzatori sono bravi e le coreografie belle anche senza un tema comune che le unisca.
[deborah ferucci]