Il mistero del calzino bucato
Autore: Marco Zadra
Regia: Marco Zadra
Scene: Marco Zadra Costumi: Francesca Misiti
Fonico: Cristian Porretta Luci: Cristian Porretta
Produzione: Teatro della Città s.r.l.
Interpreti: Marco Morandi, Marco Zadra, Marco Spampy, Claudia Campagnola, Morgana Giovanetti, Antonella Salerno, Claudia Clerici, Giancarlo Porcari, Giorgia Guerra, Francesca Baragli, Tiko Rossi Vairo, Stefano Micchia, Alessandro Frittella
Anno di produzione: 2008 Genere: commedia
In scena: fino al 20 Dicembre al Teatro Ghione via Delle Fornaci 37 - Roma

Siamo in Inghilterra, Londra. In casa Pinkerton si respira aria natalizia, ma i personaggi che vi abitano sono davvero poco inclini ai buoni sentimenti.
Ira, rabbia, accidia, gola, avarizia, lussuria e superbia abitano quelle stanze e ne invadono ogni pertugio. Il giorno di Natale, il padrone di casa Lord Timothy Pinkerton (uno degli uomini più ricchi di Londra) è assassinato: l’incapace ispettore Pendleton viene messo a capo delle indagini. Unico indizio? Un calzino bucato, presumibilmente l’arma del delitto. L’assassino? Tutti e nessuno: dal nipote fedifrago, al maggiordomo troppo zelante, dalla segretaria asessuata alla servitù insoddisfatta.
Scritto da Marco Zadra, Il mistero del calzino bucato è un patchwork di battute demenziali, esibizioni canore e balli improbabili, inseguimenti e giochi linguistici senza soluzione di continuità.
Il tutto all’interno di una struttura drammaturgia assente, in un susseguirsi di elementi comici di provenienza talmente eterogenea – dal cabaret all’avanspettacolo, dal demenziale al surreale – da non riuscire mai ad omogeneizzarsi gli uni con gli altri, con il risultato di un persistente accavallamento di quadri scenici indipendenti. Lo spettacolo pecca e soffre di un eccessivo accumulo di gag prevedibili, battute, avvenimenti il più delle volte slegati tra di loro, che creano un fastidioso effetto marmellata, travolgendo anche il buono che è pur presente come i personaggi del prete – ottimi i ritmi comici del suo interprete – e del pianista cieco – da ricordare la sfida al pianoforte con il maggiordomo -, o la divertente sequenza della lotta tra l’uomo e lo squalo.
Una scrittura più asciutta ed equilibrata, al servizio di un cast meno eterogeneo in palcoscenico, avrebbero sicuramente migliorato uno spettacolo che il pubblico sembra invece gradire molto, con ripetuti applausi a scena aperta, tanto da eleggere Il mistero del calzino bucato a vero e proprio “cult” della comicità di questo secondo millennio.
[fabio melandri]