Merchant of Venice
Autore: William Shakespear Adattamento: Roger Warren
Regia: Edward Hall
Scene: Michael Pavelka Costumi:
Musica: Propeller
Luci: Ben Ormerod
Compagnia: Propeller Produzione: The Watermill Theatre and Propeller
Interpreti: Propeller
Anno di produzione: Genere: drammatico
In scena: in turnè

Messo in scena a Roma al Teatro Valle The Merchant Of Venice, con la compagnia di soli uomini Popeller, guidata dal regista Edward Hall. Il dramma shakespeariano è stato presentato, a giornate alterne, insieme alla commedia A Midsummer night’s dream. Vengono così restituiti allo spettatore, nella loro potente attualità, una commedia e un dramma che racchiudono i temi, lo stile, gli umori, le atmosfere, il mondo del grande drammaturgo inglese.
Edward Hall mette in scena The Merchant Of Venice giocando tutto sulla fisicità dell’allestimento, una prigione dove si muovono i corpi e risuonano le voci degli attori. Tutto è in grado di dare nuovo smalto e ritmo ai versi, senza scadere in affettazioni, ma evocando con la loro velocità di dizione quella proverbiale degli attori elisabettiani. Una fisicità messa al servizio della storia, che racconta di Bassanio che, con la sua richiesta di un prestito di ben 3000 ducati ad Antonio, spera di sposare Porzia. Troviamo Shylock, l’usuraio ebreo che accetta di prestare ad Antonio la somma richiesta, ma solo dietro il giuramento di esportare una libbra di carne sul corpo di Antonio, qualora la somma non venga restituita nel giorno fissato.
Le vicende si alternano tra intrighi, trappole, colpi di scena, e tra legami legali e d’amore, tra situazioni che si trovano sempre in antitesi tra loro. Tutto scorre con precisione nelle due ore è più di messa in scena. Sul palco la prigione chiamata Venice diventa un luogo in continua trasformazione anche grazie agli attori, in una sfida continua e propositiva alle convenzioni del teatro.
[alessandra pistolese]