Le mattine dieci alle quattro
Autore: Luca De Bei Traduzione:
Regia: Luca De Bei
Scene: Francesco Ghisu Costumi: Sandra Cardini
Suono: Marco Schiavoni Luci: Alessandro Carletti
Produzione: Artisti Riuniti e NoirDesir.it
Interpreti: Federica Bern, Riccardo Bocci, Alessandro Casula
Anno di produzione: 2009 Genere: drammatico
In scena: fino al 29 maggio 2011 al Teatro Della Cometa di Roma

Una vita in attesa, al buio della fermata dell’autobus. Tutte le mattine alle quattro meno dieci tre solitudini si incontrano, prima ignorandosi, poi sfiorandosi appena, infine coinvolgendosi. Sono Ciranda detta Cira, William detto Uil e Stefan. Tre ragazzi con pochi sogni e meno illusioni, che combattono tutte le mattine contro il sonno e la morte. Cira (una simpaticissima Federica Bern che sostiene l’intero spettacolo con disinvoltura) lavora in una ditta di pulizie: auricolari sempre nelle orecchie, gomma da masticare e dialettica romanesca vivace e pungente. Uil (un Riccardo Bocci che dà il giusto mix al suo personaggio, a metà tra l’ingenuo e il belloccio) è occupato in un cantiere (almeno per ora, sostiene, per guadagnare i soldi necessari per comprare una moto): si diverte a passare le serate con gli amici non disdegnando l’uso di stupefacenti - che l’aiutano a suo dire a star sveglio nel cantiere - e sempre pronto a dare una mano a chi ne ha bisogno. Ecco perché ospita Stefan, un immigrato rumeno che lavora con lui e che zoppica vistosamente per un incidente sul lavoro.
Una storia fatta di lunghe confessioni, quasi monologhi, in cui i protagonisti si raccontano. Cira e Uil si avvicinano sempre di più. Sono soli davanti a un futuro incerto fatto di precarietà, lavoro nero, soprusi e illegalità. Cercano di sopravvivere alla quotidianità che li allontana dalla giovinezza e li fa sentire vecchi a trent’anni. Hanno pochi sogni, accessibili e sinceri: un pomeriggio al mare e una moto per raggiungerlo. Nello spettacolo la penombra la fa da padrona: le fredde notti invernali sono illuminate dai lampioni della strada, il calore che si percepisce è tutto nella storia che nasce tra i due. Le loro solitudini si incontrano in un abbraccio che si trasforma in un dolce sonno ristoratore. Luca De Bei scrive e dirige uno spettacolo che poggia sulla forza delle parole: un romanesco sfrontato da periferia e un rumeno che solo in pochi istanti cerca di lasciare il posto all’italiano per farsi capire. Parole prese dalla tv, dalla strada, da internet; parole che faticano ma che si fanno capire; parole che a loro modo descrivono; tante parole, troppe forse ma che alla fine si fermano, ineluttabilmente, di fronte alla durezza della vita.
[patrizia vitrugno]


| 2010 |