La matematica sentimentale
Autore: Pierpaolo Palladino, Fabio Rinaldi, Roberto Silvestri
Regia: Cristina Aubry
Scene: -------------------------------------
Luci: ---------------------------------------
Musica: -----------------------------
Produzione: Cubatea srl e Associazione Culturale Racconti Teatrali
Interpreti: Pierpaolo Palladino
Anno di produzione: --------- Genere: monologo

In scena: fino al 18 ottobre al Teatro dell’Orologio - Sala Artaud di Roma |Via de’Filippini 17/A Roma Tel. 06 6875550 | tutti i giorni alle 21,30 - la domenica h. 18 | video dello spettacolo |

Ragione e sentimento. Logica e irrazionalità. Rigide formule matematiche e pazze fuitine d’amore. Due aspetti della vita quotidiana che, come binari paralleli, sembrerebbero non doversi incontrare mai, come il giorno e la notte, il bianco e il nero, il paradiso e l’inferno.
Ma niente è più sbagliato di un luogo comune e Pierpaolo Palladino ce lo mostra nel suo monologo La matematica sentimentale. I numeri acquistano un senso diverso dalla loro fredda ed asettica applicazione in formule matematiche o equazioni trigonometriche: sono la chiave per descrivere, parlare di un mondo tanto astratto quanto passionale. Come la vita stessa che diventa sentimento, misterioso e necessario, spesso insondabile come l’amore.
Lorenzo, iscritto alla facoltà di Ingegneria come prima suo padre e nonno, si trova alle soglie degli esami di Analisi 1 ed Analisi 2, fatti di una sequenza di numeri freddi come l’Alaska, a dove trovare un instabile equilibrio tra la fidanzata storica Valentina e la nuova fiamma Nora, cantante molto innamorata di se stessa e della sua voce. Tra timori, fughe e passioni, il protagonista incontra il prof. Primo che lo instrada quasi per incanto alle sfide della matematica teorica che diventa arte agli occhi del ragazzo, gioia intuitiva e solitaria.
Pierpaolo Palladino, autore e protagonista assoluto dello spettacolo, conduce lo spettatore attraverso una molteplicità di punti di vista che animano una messa in scena rigorosa ed essenziale: una lavagna, una sedia, uno schedario. È la parola, con la sua valenza narrativa, evocativa, onirica l’assoluta protagonista sotto la luce dei riflettori, in uno spettacolo fatto di sequenza di quadri che, come tessere di un puzzle, costruiscono un quadro d’insieme cangiante ed articolato.

[fabio melandri]

| 2011 |