Inferno


Anno
2012

Genere
danza

In scena
fino al 14 ottobre
Teatro Olimpico | Roma

Autore
Emiliano Pellisari
Regia
Emiliano Pellisari
Scene
Emiliano Pellisari,
Caterina di Florio
Coreografie
Emiliano Pellisari
Costumi
Emiliano Pellisari,
Caterina di Florio
Luci
Emiliano Pellisari, Francesco Tagliabue
Musica
Oscar Bonelli
Interpreti
Mariana Porceddu, Patrizio Di Diodato,
Chiara Verdecchia,
Valeria Carrassa,
Maria Chiara Di Niccola, Carim Di Castro
Produzione
Emiliano Pellisari Studio in collaborazione con il Teatro Olimpico di Roma e la Società Dante Alighieri

 

«Per me si va nella città dolente / per me si va nell'eterno dolore / per me si va nella perduta gente / Giustizia mosse il mio alto fattore / fecemi la divina potestate / la somma sapienza e il primo amore / Dinanzi a me non fuor cose create / se non eterne e io eterno duro / lasciate ogni speranza voi che entrate».

Questi versi, scolpiti nella porta dell'Inferno dantesco e declamati dalla voce di Gianni Bonagura, aprono lo spettacolo “Inferno” ideato e realizzato da Emiliano Pellisari, che ritorna a distanza di 5 anni dalla sua nascita e per il 4° anno consecutivo sulle tavole del Teatro Olimpico di Roma. Insieme a “Cantico II” e “Paradiso” va a comporre la curiosa e fantasmagorica rivisitazione della Divina Commedia da parte dell'artista riminese.

L’opera dantesca come fonte di ispirazione più emotiva e sensoriale che non narrativa, sebbene Paolo e Francesca, il Conte Ugolino e Pier delle Vigne fanno il loro ingresso in scena per raccontare attraverso il linguaggio del corpo le loro storie. Ed è il corpo dei 6 danzatori/ginnasti, che si librano su un palcoscenico caratterizzato da assenza di gravità, a comporre quadri viventi (ad esempio un cerchio umano che si trasforma in quadrato e in stella a 5 punte); e coreografie giocate sulla verticalità di messa in scena (un totem che si va a comporre sotto gli occhi della platea grazie a corpi utilizzati come elementi architettonici). Tutto lo spettacolo è caratterizzato da un unico comune denominatore: la dimensione del sogno, della surrealtà. Schiere di dannati cadono al suolo come foglie; le anime dei grandi del passato fluttuano nell’atmosfera sospesa del limbo; angeli e diavoli si affrontano nello spazio in duelli aerei, accompagnati dal ritmo della musica etno-world.

Una macchina scenica invisibile e capace al contempo di suscitare stupore, è il cuore pulsante di uno spettacolo surrealista, i cui riferimento estetici variano da Bösch ad Escher. Se “Inferno” lo si confronta con “Paradiso” in scena la scorsa stagione, la prima cantica appare un po' troppo ripetitivo nella reiterazione di coreografie un po' troppo simili l'una con l'altra. Così che, la curiosità di scoprire i segreti della macchina scenica prende il sopravvento sulla rappresentazione, sebbene sia rinnovata da coreografie originali rispetto al suo debutto del 2007. “Inferno” è al teatro Olimpico fino al 14 ottobre. Poi varcherà l'Oceano per il debutto americano nella città di Boston nei primi mesi del 2013. [fabio melandri]