Facciamo l'amore
Autore: Norman Krasna Adattamento: Gianluca Guidi, Massimiliano Giovanetti,
Claudio Pallottini
Regia: Gianluca Guidi
Scene: Florenza Marino Costumi: Alessandro Bentivegna
Musica: Giorgio Calabrese, Riccardo Biseo
Luci: Valerio Tiberi
Compagnia: Produzione: Giglio Group Production
Interpreti: Gianluca Guidi, Lorenza Mario, Enzo Garinei, Aldo Ralli, Aldo Bergamaschi, Stefano Bontempi
Anno di produzione: 2008 Genere: commedia musicale
In scena: fino al 5 aprile al Teatro Il Sistina di Roma

Il teatro racconta il teatro, ancora una volta. Ancora una celebrazione della scena in scena. Facciamo l’amore, film del 1960 con la giunonica Marilyn Monroe, arriva al Sistina con l’adattamento e la regia di Gianluca Guidi, anche attore protagonista. La scena è un teatro di periferia di New York, dove una compagnia senza soldi ma con grandi speranze sta allestendo una satira sul miliardario Giacomo de la Rochefort, donnaiolo impenitente. Recatosi a una prova, per dimostrare di essere il primo a ridere della parodia, Giacomo rimane però colpito dalla bella protagonista July e decide di fingersi il sosia di se stesso, ottenendo un ruolo nello spettacolo. Questo il plot della commedia in due atti, che si svolge poi tra dialoghi, balletti e canzoni in modo assai lineare, fino al prevedibile lieto fine in cui miliardario e ballerina si dichiarano amore eterno.
Purtroppo però la costruzione è debole, e si ha la sensazione che si stia assistendo ad uno spreco di talenti. Grande allestimento scenico, ottimi gli interpreti, ma gli ingredienti di qualità non riescono a dare un prodotto finito soddisfacente. Il termine che descrive l’insieme è “scoordinato”.
La storia non coinvolge e, se non fosse per le performance di due professionisti indiscussi come Enzo Garinei e Aldo Ralli, di questa commedia ci sarebbe assai poco da ricordare. Le coreografie non appassionano e nemmeno le canzoni coinvolgono.
Eppure Lorenza Mario è una brava ballerina e cantante di talento, Gianluca Guidi sa tenere la scena e togliersi d’impaccio con disinvoltura da piccole difficoltà tecniche. Ma la sua regia evidentemente non è riuscita a creare l’amalgama, l’alchimia tra gli interpreti, fondamentale per la buona riuscita del pezzo.
Un piccolo riconoscimento all’attore non protagonista Stefano Bontempi (anche il coreografo della commedia), per l’interpretazione della segretaria Penelope Horowitz, un passato da soprano nei teatri e una vecchia storia d’amore con Gallagher. Fresco, esuberante, gran danzatore e simpatico buffone, Bontempi da un po’ di brio al tiepido scorrere degli eventi. [marina viola]