Edipo a Colono
Autore: Ruggero Cappuccio
Regia: Ruggero Cappuccio
Scene: Paolo Petti Costumi: Carlo Poggioli
Musica: Carlo Martinelli Burattini: Ciro Damiano
Produzione: Associazione Culturale Teatro Segreto
Interpreti: Roberto Herlitzka
Anno di produzione: 2008 Genere: drammatico
In scena: teatro India sala A dal 19 febbraio 2 marzo

L'angoscia e il dolore di Edipo, un testo meravigliosamente scritto e un attore straordinario sono i componenti dello spettacolo Edipo a Colono di Ruggero Cappuccio ed interpretato da Roberto Herlitzka, in scena fino al 2 marzo nella sala A del Teatro India, per poi proseguire la tournée ad Ostia, Bari, Mantova, Como e Catania.
I due hanno lavorato insieme in diverse occasioni (Niente di Straordinario, Lignea) e hanno in comune la rara capacità di spiegare in modo chiaro l’umano e l’umanità che si annidano tra le pieghe dei grandi testi di tutti i tempi. E infatti sulle tracce del mito e della classicità si muove l’ultimo spettacolo realizzato in coppia: Cappuccio come autore e regista di un assolo ispirato a «Edipo a Colono» di Sofocle e Herlitzka come interprete monologante.
La pièce, (che ha debuttato al festival di Benevento nel 2006), si intitola semplicemente «Edipo a Colono»: in realtà è una riscrittura originale. Edipo, solo con le sue ombre e i suoi fantasmi, rievoca il proprio destino di colpa ed espiazione, appoggiandosi ad una lingua poetica scandita in endecasillabi e settenari (i versi del teatro), che a tratti si colora di declinazioni napoletane e siciliane.
Nella partitura per Herlitzka, Edipo è uomo di questo tempo, assediato dai fantasmi che egli stesso ama evocare; è un corpo attraverso cui rivivere il dolore di una vicenda quanto mai paradigmatica. Calato nel perfetto progetto scenico che Mimmo Paladino ha ideato per lui, contornato di burattini-feticcio (li firma Ciro Damiano), questo (anti)eroe moderno vuole essere in fondo “solo” un uomo. Un uomo che cerca se stesso accettando il conflitto intimo e ineluttabile.
Dunque un’altra complessa prova per questo attore duttile e mai fuori tono che, dopo «Ex Amleto» e «Ex Otello», torna ad un faccia a faccia ravvicinato con quei personaggi/simbolo che costituiscono la linfa della nostra cultura e del nostro immaginario collettivo. Questo è vero Teatro. Da non perdere.

[emiliana palmieri]